Tik Tok, la polizia postale di Firenze denuncia un'influencer siciliana per istigazione al suicidio
Tik Tok, la polizia postale di Firenze denuncia un'influencer siciliana per istigazione al suicidio
28 gennaio 2021, ore 10:21 , agg. alle 12:58
Ha pubblicato un video che ritrae la sfida tra lei e un uomo dove si avvolgono naso e bocca con il nastro adesivo per una prova di sopravvivenza
Ancora una volta il social Tik Tok è al centro della bufera per i contenuti pubblicati dagli utenti. Questa volta è un’indagine della procura di Firenze ad accendere i riflettori sulla piattaforma seguitissima tra i più giovani. La Polizia postale fiorentina, coordinata dal procuratore aggiunto Luca Tescaroli e dal sostituto procuratore Fabio Di Vizio, ha denunciato per istigazione al suicidio una donna di Lentini, in provincia di Siracusa, di 46 anni, nota influencer sul social con oltre 730.000 follower. Nell’ambito del monitoraggio della rete, dopo alcuni recenti fatti di cronaca che hanno coinvolto minori, è stato individuato un video sul profilo della 46enne in cui la donna e un uomo si cimentano in una sfida consistente nel avvolgersi completamente la faccia, compresi naso e bocca, con il nastro adesivo, così da impedire la respirazione. Immagini considerate dagli inquirenti pericolosissimi per i giovani che vi si dovessero imbattere e che potrebbe spingere all’emulazione. Anche per questo la Procura ha disposto l’immediata rimozione del filmato e ha disposto il sequestro degli account della donna denunciata su tutte le piattaforme.
Sul profilo altre sfide pericolose
Sui profili social riconducibile all’influencer sono stati trovati circa 20 video con sfide del tutto simili. In un caso invitava i suoi follower a inalare panna dal naso, in altri a chiudersi le palpebre con le pinze o a fingere di rompersi il braccio con delle pentole. “La donna comunicava anche con giovanissimi. Ad esempio uno di loro le ha scritto “ se mi saluti mi lancio dalla finestra” – dice ai microfoni di Rtl 102,5 Alessandra Belardini, dirigente del compartimento della polizia postale di Firenze che ha condotto le indagini - “ la cosa sconvolgente per noi è che c’è un’interazione sbagliata tra adulto e ragazzo. L’adulto dovrebbe dare consigli di vita, dovrebbe consigliare prudenza, dovrebbe insegnare ai ragazzi a vivere di esempi buoni non cattivi”. "Si parla tanto di genitori che devono essere da esempio – ha aggiunto Belardini - ma non possono esserlo se sono loro per primi a fare cose pericolose sul web. Per questo i ragazzi tendono a non vederli più come maestri di vita”.
"Tutelare i minori"
L’attivita di monitoraggio del Web da parte della Polizia postale è cresciuta negli ultimi giorni, anche in seguito alle morti sospette di due bambini di 9 e 10 anni, a Bari e Palermo. Saranno gli investigatori a chiarire se i decessi siano stati provocati da un tentativo dei due bimbi di copiare sfide comparse sui social. Di certo le due vicende hanno aperto il dibattito sull’opportunità di tutelare i minori da contenuti pericolosi. Secondo la presidente della commissione parlamentare per l'Infanzia e l'Adolescenza, Licia Ronzulli, l’indagine di Firenze “è la dimostrazione che vietare sul web quello che non è consentito nella vita reale e' non solo possibile, ma doveroso”. Per Ronzulli “serve il contributo di tutti, degli utenti che devono prontamente segnalare i contenuti a vario titolo pericolosi, ma anche dei gestori delle piattaforme che dovrebbero effettuare un controllo preventivo di quanto viene caricato sui propri canali, soprattutto sui profili di bambini e ragazzi e su quelli maggiormente visitati dai minori”.