21 novembre 2021, ore 16:08
Una vicenda, questa, che fa discutere anche a livello politico. Il deputato di LeU Stefano Fassina chiede che il Governo riferisca in Parlamento
Si svolge oggi pomeriggio il Cda straordinario dei consiglieri di amministrazione di Tim. Sul tavolo, un’offerta del fondo statunitense Kkr, che tenta di entrare nell’azionariato dell’operatore delle telecomunicazioni. Kkr, secondo fonti citate dall’Agi, sarebbe addirittura interessata ad acquisire l’intera Tim. Kkr, con Kkr Infrastructure, è già socio al 37,5% di FiberCop. Si tratta della società controllata da Tim che spera nell’obiettivo di installare fibra ottica di nuova generazione nel nostro Paese e che è partecipata anche da Fastweb (al 4,5%).
Il Governo segue con la massima attenzione questa vicenda
Il Governo ha detto che sta seguendo con la massima attenzione questa vicenda. Kkr, una società globale di investimenti quotata in Borsa a New York, prima di dimostrare interesse nell’operazione avrebbe ricevuto rassicurazioni da Palazzo Chigi, che avrebbe espresso la sua neutralità nei confronti dell'operazione, perché Tim è una società a controllo privato.
L'allarme dei sindacati
''Stiamo seguendo l'evoluzione della nuova puntata che riguarda l'ex monopolista delle telecomunicazioni, pronti a mobilitarci per difendere un patrimonio del nostro Paese''. Queste le parole del segretario generale della Uilcom Uil, Salvo Ugliarolo: ''Ci sembra di ritornare indietro nel tempo, rispetto alle notizie che si stanno diffondendo in queste ore'', ha detto. ''Purtroppo anche in questo caso, la nostra classe politica sta partecipando da spettatore passivo a tutto questo - aggiunge Ugliarolo -. Il silenzio assordante del ministro Giorgetti sta diventando imbarazzante. Si rischia di vanificare quanto fatto in questi ultimi anni da parte di questo manager e fare ripiombare il gruppo nella totale incertezza sia in termini di garanzia di perimetro che di difesa dei livelli occupazionali''.
Le reazioni della politica
Una vicenda, questa, che fa discutere anche a livello politico. Il deputato di LeU Stefano Fassina chiede che il Governo riferisca in Parlamento. “E’ un’urgenza – dice – che si parli del futuro di Tim, Fibercoop, Tim Sparkle. E' in gioco un tassello decisivo per l'interesse nazionale, per la transizione digitale, per la sicurezza della nazione, non soltanto una grande impresa e 40.000 lavoratrici e lavoratori. In Tim, lo Stato, tramite CDP, è il secondo più grande azionista con il 10% del capitale. Sempre attraverso CDP, lo Stato ha il 60% di Openfiber. Qual è la strategia del Governo Draghi per le tlc e gli asset del digitale? Fa finta di lasciar fare al "mercato" e si schiera di fatto a fianco del più forte, lascia il nucleo più importante delle tlc in mano straniere, oppure esercita il Golden power?”, chiede Fassina. Ci sono poi le parole del senatore Maurizio Gasparri, membro del Comitato di Presidenza di Forza Italia: “Il mercato è il mercato e va rispettato, ma la rete è la rete – ha detto –. Ennesimo balletto intorno a Tim, al quale non si può guardare con distrazione o facendo affidamento soltanto sulle libere dinamiche economiche. La rete di telecomunicazioni è un pezzo di Paese ed ha una valenza strategica fondamentale, ancor di più in fase di transizione tecnologica. La vicenda va quindi seguita, nella consapevolezza che troppi errori sono stati fatti nel passato”.