13 settembre 2024, ore 14:55 , agg. alle 15:35
In questo modo chiude definitivamente tutte le pendenze giudiziarie, ed evita così il processo già fissato per il 5 novembre: “Sono amareggiato ma sollevato”. Adesso l’accordo con la Procura dovrà essere ratificato dal Giudice per l’udienza preliminare
A quattro mesi dall’arresto, Giovanni Toti chiude con la Procura di Genova l’accordo per patteggiare a 2 anni e 1 mese. L’ex Governatore della Liguria si dice amareggiato ma sollevato e in questo modo chiude definitivamente tutte le pendenze, ed evita così il processo già fissato per il 5 novembre. Il patteggiamento, proposto dalla Procura e che andava attuato entro il 15 settembre, non prevede l’accusa di corruzione che, di conseguenza, decade nei suoi confronti. Patteggia 3 anni e 6 mesi pure l’ex presidente dell’Autorità portuale di Genova Paolo Signorini, mentre è ancora da definire la posizione dell’imprenditore Aldo Spinelli.
Cartabia
Grazie alla legge Cartabia, e se l’accordo con la Procura sarà ratificato dal Giudice per l’udienza preliminare, Toti vedrà convertita la pena in 1.500 ore di lavori di pubblica utilità, e nella confisca di 84 mila euro per i reati corruzione impropria e finanziamento illecito. Dopo l’arresto, Toti ha sempre rigettato l’accusa di corruzione, e ha sostenuto più volte che sia necessaria una modifica della legge sul finanziamento dei partiti, per la cui violazione ha patteggiato. Con l’accordo, non solo non si terrà il processo del 5 novembre con rito immediato, ma inoltre non ci saranno altre imputazioni nel secondo filone delle indagini, che è ancora in corso
Gli arresti
Quando il 7 maggio ci furono gli arresti che terremotarono la Regione Liguria e misero in fibrillazione la politica nazionale, secondo la Procura guidata da Nicola Piacente Toti avrebbe ricevuto da Spinelli, tra la fine del 2021 e la primavera del 2023, «tangenti» per ottenere favori per l’imprenditore, sul quale l’allora governatore avrebbe fatto pressioni. Si trattava di una prima «tangente» di 40 mila euro che Spinelli versò a metà dicembre 2021 ai comitati elettorali di Toti sotto forma di finanziamenti che rispettavano le regole imposte dalla legge sui fondi ai partiti. Queste somme di denaro, secondo i pm genovesi, erano collegate alla proroga di 30 anni della concessione demaniale dell’aera «Rinfuse» nel porto di Genova al gruppo di Spinelli, il principale imprenditore nella logistica cittadina.
La concessione
Un’altra «tangente» sarebbe stata pagata a metà 2022 e sarebbe legata ad altre richieste di favori per altre aree e per la concessione di una spiaggia per la realizzazione di un complesso edilizio da parte del gruppo Spinelli, che però non è mai avvenuta. Questo secondo finanziamento, di 30 mila euro, seguì lo stesso iter del precedente, rispettando la legge sul finanziamento ai partiti. Una terza ipotesi di «tangente» riguarda una cena elettorale a marzo 2023, per la quale Spinelli versò 4.100 euro per riservare 8 posti a tavola. L’ultima accusa di corruzione per Toti, invece, riguarda annunci elettorali su un maxischermo installato su un grattacielo di Genova per la campagna elettorale del 2022 che portò alla conferma dell’attuale sindaco Marco Bucci, sostenuto anche dai comitati di Toti. Secondo l’accusa, questi annunci sarebbero stati pagati dall’allora consigliere di Esselunga, Francesco Moncada, sotto forma di contratto pubblicitario. Un’ultima accusa, quella è inserita nell’accordo Toti-Procura, è relativa anche alla stessa vicenda Esselunga ma con un ulteriore accusa di illecito finanziamento del partito, perché quegli spot non sarebbero stati inseriti a bilancio dai comitati Toti.