07 luglio 2022, ore 15:59
Oggi recuperati altri resti e identificati due cadaveri; nel complesso sono undici le vittime della tragedia sulla Marmolada. Secondo gli esperti il ghiacciaio in un secolo si è ridotto del 70%, ma l'evento di domenica scorsa non era prevedibile
11 VITTIME
Ormai possiamo parlare di bilancio definitivo. Oggi sono stati recuperati altri resti umani, appartengono alla decima vittima accertata della tragedia sulla Marmolada. Manca ancora un disperso per il quale non ci sono più speranze. Le ricerche comunque proseguono. Nel complesso sono dunque undici le vittime della frana di domenica scorsa. Non risultano altre persone reclamate da familiari o conoscenti. In teoria potrebbe esserci qualche escursionista che magari viveva da solo e per il quale nessuno ha dato l’allarme. Ma sembra una situazione obiettivamente poco probabile. Due corpi sono stati riconosciuti questa mattina dai familiari, appartenevano a due cittadini della Repubblica Ceca. Erano uomini sui 45-50 anni, entrambi erano padri di tre figli. Dei sette feriti, tre sono ancora in ospedale: migliorano le condizioni dei due tedeschi ricoverati a Feltre, mentre restano critiche le condizioni del ragazzo italiano che è ancora in terapia intensiva a Treviso.
GHIACCIAIO IN RITIRATA
Nel corso dell'ultimo secolo il ghiacciaio della Marmolada si è ridotto di più del 70% in superficie e di oltre il 90% in volume e oggi è grande circa un decimo rispetto a cento anni fa. Lo sostiene il team di lavoro di glaciologi delle Università di Padova e Parma e dell'Ogs che da 20 anni monitora la superficie di ghiaccio del massiccio. Tra le principali cause vi è certamente l'aumento della temperatura e in particolare, nella zona della Marmolada, della temperatura minima invernale, che nel corso di 35 anni di osservazioni è aumentata di circa un grado e mezzo. Nonostante questo, gli esperti ribadiscono che prima del crollo di domenica, sulla Marmolada "non si sono osservati dei segnali evidenti di un collasso imminente. Salvo rarissimi casi, nei ghiacciai, a differenza delle frane, non vi sono sistemi di allerta che misurano movimenti e deformazioni in tempo reale”.
MONTAGNE PIU' SICURE
Il governatore del Veneto Luca Zaia, che in questi giorni è in prima linea nella gestione dell’emergenza, ha auspicato regole chiare che rendano più sicure le montagne: “Stiamo elaborando un provvedimento di chiusura e di salvaguardia di tutta l'area teatro della tragedia e auspichiamo che a livello nazionale si attivi un tavolo per una riflessione su eventuali regole elaborate dai tecnici, anche se non esiste il rischio zero nella vita. Se si può fare tesoro di quello accaduto sulla Marmolada siamo qui per questo. Naturalmente continueranno a essere decisivi l’esperienza e il buon senso degli alpinisti, uniti a una attenta valutazione delle condizioni meteo”.