Trentuno anni fa la strage di Via D'Amelio, lo stato oggi ricorda Paolo Borsellino e gli agenti della scorta uccisi a Palermo
Trentuno anni fa la strage di Via D'Amelio, lo stato oggi ricorda Paolo Borsellino e gli agenti della scorta uccisi a Palermo Photo Credit: agenziafotogramma.it
19 luglio 2023, ore 09:49
La premier Giorgia Meloni oggi a Palermo per le celebrazioni in memoria del giudice che sacrificò la sua vita per combattere la mafia. Messaggio anche del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il cui fratello venne ucciso da Cosa Nostra
SACRIFICARE LA PROPRIA VITA PER COMBATTERE LA MAFIA
Paolo Borsellino lo sapeva. E la convinzione si era rafforzata il 23 maggio 1992, quando era stato ucciso il suo collega-amico Giovanni Falcone. La mafia aveva messo nel mirino anche lui, era solo una questione di tempo. Il conto alla rovescia si è fermato il 19 luglio, esattamente 31 anni fa. Era una calda domenica pomeriggio: il giudice aveva deciso di fare visita alla madre, in via D’Amelio a Palermo. Quando, accompagnato dagli agenti della scorta, è sceso dall’auto una esplosione devastante ha scosso l’intero quartiere. Insieme a Paolo Borsellino sono morti gli agenti Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Rddie Cosina, Claudio Traina ed Emanuela Loi, la prima donna a far parte di una scorta. Dopo il boato, per alcuni minuti è rimasto solo silenzio, rotto dagli allarmi delle auto in sosta.
GIORGIA MELONI A PALERMO
Questa mattina la premier Giorgia Meloni a Palermo ha partecipato presso la caserma Lungaro di Palermo alle celebrazioni in ricordo di quanto accaduto in via D’Amelio. Per motivi di sicurezza e per evitare con testazioni, non prenderà parte alla fiaccolata di questa sera contro la mafia. La presidente del consiglio ha più volte raccontato di quanto – a 15 anni- venne scossa dalla strage di via D’Amelio, e di come quella notizia fu decisiva per spingerla all’impegno in politica. Giorgia Meloni ha scritto: “La strage di Via D'Amelio, dove Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta vennero uccisi dalla mafia, è stato il motivo per il quale ho iniziato a fare politica. La data del 19 luglio 1992 rappresenta una ferita ancora aperta per chi crede in un'Italia giusta. Paolo sfidò il sistema mafioso senza mai temere la morte, insegnandoci a non restare a guardare e a non voltarci mai dall'altra parte. Il suo coraggio e la sua integrità sono doni che ci ha lasciato e che tanti giovani hanno deciso di raccogliere per affermare due valori imprescindibili: la legalità e la giustizia".
IL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE MATTARELLA
Dal Quirinale, ha mandato un messaggio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che non solo è di Palermo ma ha avuto anche un fratello ucciso dalla mafia. Queste le parole del capo dello stato: “Nell'anniversario della strage di via D'Amelio la Repubblica si inchina alla memoria di Paolo Borsellino, magistrato di straordinario valore e coraggio, e degli agenti della sua scorta - Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina - che con lui morirono nel servizio alle istituzioni democratiche. Quel barbaro eccidio, compiuto con disumana ferocia, colpì l'intero popolo italiano e resta incancellabile nella coscienza civile. Il nome di Paolo Borsellino, infatti, al pari di quello di Giovanni Falcone, mantiene inalterabile forza di richiamo ed è legato ai successi investigativi e processuali che misero allo scoperto per la prima volta l'organizzazione mafiosa e ancor di più è connesso al moto di dignità con cui la comunità nazionale reagì per liberare il Paese dal giogo oppressivo delle mafie. Borsellino e Falcone avevano dimostrato che la mafia poteva essere sconfitta. Il loro esempio ci invita a vincere l'indifferenza, a combattere le zone grigie della complicità con la stessa fermezza con cui si contrasta l'illegalità, a costruire solidarietà e cultura dove invece le mafie puntano a instillare paura. In questo anniversario, desidero rinnovare i sentimenti di cordoglio e vicinanza ai familiari di Paolo Borsellino e degli altri servitori della Stato che pagarono con la vita la difesa della nostra libertà”.