True Detective - Stagione 2, l'attesa è finita!
23 giugno 2015, ore 07:47 , agg. alle 11:37
Riparte su Sky Atlantic in contemporanea con gli USA una delle serie più acclamate
La rivoluzione targata TD è data soprattutto dalla storyline delle stagioni: esse difatti sono auto-conclusive, costringendo così a mettere un punto definitivo dopo sole otto puntate per stagione. In realtà cambia tutto l’impianto di anni di narrazione televisiva. Eh sì, se infatti prima si tendeva a creare un’orizzontalità e una verticalità, rispettivamente col caso di stagione e il caso di puntata, tutto questo viene soppiantato per lasciare solo una traccia orizzontale e in definitiva un unico tv movie da circa sei ore e mezza.
Un'operazione forse azzardata per una tv che rimane di tipo lineare come è HBO, mentre assai più sensata per una fruizione diversa, magari on demand, come Netflix ci insegna. In tutti i casi, per questa serie, non sembra essere minimamente un problema, questo.
La prima stagione ha visto come protagonisti, nei panni dei due detective, Woody Harrelson e Matthew McConaughey (non vi scomodate a controllare se ho scritto giusto il cognome, l'ho copiato da Wikipedia, mica son fesso). Era una storia ambientata nel sud-est degli Stati Uniti, in territori brulli e aridi di umanità, ma giocata molto bene sul filo del thrilling, della componente umana e psicologica.
Per la seconda stagione si è pensato di cambiare tutto: Colin Farrell e Vince Vaughn sono i nomi che svettano in cartellone, con questo secondo, volto della commedia americana (ce lo vedete Maurizio Mattioli che fa un boss sanguinario in Gomorra?), tra le sue prime esperienze in un ruolo drammatico.
Anche questa stagione hanno pensato di giocarla su più periodi di tempo narrativi, facendo sicuramente lavorare maggiormente la mente dello spettatore, ma al tempo stesso, facendogli trarre più giovamento a giochi conclusi.
La prima puntata della seconda stagione l'ho trovata con ottime fondamenta. Si sta delineando una storia con molti più personaggi chiave rispetto alla prima stagione, quindi nulla di fatto per ora, ma è un'ottima premessa per le restanti sette puntate.
Nic Pizzolatto, che anche a 'sto giro ha firmato tutti i soggetti e sceneggiature di puntata oltre a essere lo showrunner della serie, è riuscito, pare, ancora una volta a portare a casa un prodotto di altissima qualità, ritagliandosi a mio avviso, un metodo narrativo e anche d'immagine tutto suo, senza doverlo ricondurre per forza ad altri archetipi del passato.
Una storia forte, con dei personaggi forti, interpretati da attori forti. Insomma, il preludio al capolavoro, parrebbe. Le immagini continuano a tenere una loro coerenza estetica degna della prima stagione e poco didascalica, grazie al cielo, che è sicuramente il primo passo per la morte cerebrale di un prodotto.
Se come Sense8 (ne parlerò poi a breve), arrivato alla terza puntata, mi lascia ancora molto perplesso, con True Detective non si sbaglia, è un cavallo di razza che difficilmente sbaglierà una curva.
Vi lascio con la nuova sigla di apertura, piccola chicca di video-art, che definisce già da subito la vera essenza di True Detective.