Tunisia, Parlamento sospeso e via il Premier Mechici, il Presidente Kais Saied, non è un colpo di Stato
26 luglio 2021, ore 10:00 , agg. alle 10:46
Il Presidente tunisino Kais Saied ha annunciato in tarda serata la sospensione del Parlamento e l'estromissione del Primo Ministro Hichem Mechichi, dopo una giornata di proteste popolari contro il governo
L'annuncio di Saied, a seguito di una riunione di emergenza a Cartagine con i vertici della Sicurezza e dell'Esercito è arrivato quando per le proteste popolari in atto nel Paese, la situazione era diventata incandescente: nella serata il Presidente ha annunciato di aver sospeso il Parlamento e aver estromesso il Premier Mechichi. Molti cittadini si sono riversati nelle strade suonando i clacson delle automobili in segno di giubilo. Nella giornata di ieri, 64mo anniversario della Proclamazione della Repubblica Tunisina, migliaia di cittadini avevano marciato in diverse città per protestare contro i fallimenti del governo, il sistema e la malagestione della pandemia. Nella Capitale, Tunisi, centinaia di manifestanti si erano radunati davanti al Parlamento, gridando slogan contro il partito islamico Ennahdha e il Premier Mechichi.
Saied, "Non è un colpo di Stato"
Il Presidente, che ha deciso di congelare l'attività parlamentare e di estromettere Mechici, ha difeso la sua scelta, negando che sia stato un colpo di Stato. "La Costituzione non consente lo scioglimento del Parlamento, ma permette la sospensione dei suoi lavori", ha affermato il Saied, citando l'articolo 80 che consente tale misura in caso di "pericolo imminente". Saied ha detto che assumerà il potere esecutivo "con l'aiuto" di un governo guidato da un nuovo Primo Ministro nominato dallo stesso Presidente.
Deputati rischiano l'arresto
Preoccupa gli osservatori il fatto che Saied abbia deciso di avocare a sé anche la carica di Procuratore generale della Repubblica, con la facoltà dunque di poter esercitare l'azione penale. Ciò gli consentirebbe di arrestare anche i deputati, una volta tolta loro l'immunità. Sempre secondo le stesse fonti, a Rached Ghannouchi e ad altri 64 deputati, che hanno cause pendenti con la giustizia, sarebbe già stato intimato il divieto di viaggiare all'estero. Ghannouchi, ha continuato ad accusare Saied di aver compiuto "un colpo di Stato contro la rivoluzione e la Costituzione". E il movimento, secondo altri media, ha invitato la popolazione a "combatterlo".
Delicato equilibrio politico e rischio disordini
Nonostante sia passato un decennio dalla rivoluzione del 2011, che ha rovesciato il dittatore Zine El Abidine Ben Ali, la Tunisia rimane soggetta a una certa instabilità politica che ha ostacolato gli sforzi per rilanciare servizi pubblici in rovina e realizzare le riforme richieste dal Fondo monetario internazionale. La frammentata classe politica del Paese non è stata in grado di formare in questi anni governi duraturi ed efficaci. La situazione del resto era insostenibile. La Tunisia ha vissuto per mesi una sorta di stallo istituzionale a causa della contrapposizione tra il Presidente Saied e il Primo Ministro Hichem Mechichi, per via di un rimpasto governativo già approvato dal Parlamento a fine gennaio scorso, mai accettato dal Capo dello Stato. In Parlamento, inoltre, negli ultimi tempi erano andati in scena episodi di violenza tra deputati ed altri incidenti che ne hanno rallentato la normale attività e creato sempre maggiori tensioni sociali. Gli scenari che ora si aprono sono imprevedibili, ma Saied ha detto di non volere spargimenti di sangue.