Turismo invernale: previsto calo del 3%
12 novembre 2024, ore 12:45 , agg. alle 13:38
I flussi turistici nel nostro Paese vedranno un lieve ribasso nei prossimi mesi rispetto allo scorso anno
Nel periodo invernale sono tanti i very normal people che scelgono di concedersi del tempo da dedicare a viaggi e vacanze. Il flussi di questi mesi rappresentano una delle principali fonti di guadagno per gli operatori del settore che, tuttavia, quest’anno potrebbero dover fronteggiare un numero di presenze minore rispetto alle aspettative. A fare il quadro della situazione, una nota dell'Istituto di ricerca Demoskopika: ''Tourism Forecast Winter 2025'', articolata sul periodo dicembre 2024 - marzo 2025.
I dati
Secondo quanto emerso nello studio, ammonterebbero a 26,7 milioni gli arrivi e a 78 milioni le presenze turistiche nel nostro Paese nei mesi invernali. Un dato che, se confrontato con lo stesso periodo dell’anno precedente, fa registrare un decremento dell’1,3% e del 2,8%. A pesare sul totale, la netta diminuzione del numero di viaggiatori provenienti dall’estero: previsti 11 milioni di arrivi (-3,6%) e 37 milioni di pernottamenti (-5,2%).
I numeri si fanno però interessanti se confrontati con il 2019, anno di riferimento poiché precedente al periodo pandemico che ha modificato radicalmente il modo di viaggiare e i flussi di arrivo: per quanto riguarda gli arrivi si registra una sostanziale stabilità (-0,6%); è possibile notare, invece, una sostanziale crescita sul fronte delle presenze (+5,1%).
Di particolare interesse, però, risultano i dati economici, in particolare la previsione di spesa che coinvolgerà i vacanzieri. Secondo queste stime, si toccherebbero i 20,5 miliardi di euro, con un -4,4% rispetto allo scorso inverno.
Le località preferite
Come prevedibile, nei mesi più freddi, in cima alle preferenze dei turisti ci sono le località che permettono di godere a pieno delle possibilità date dalla stagione. Trentino-Alto Adige, Veneto, Lombardia, Valle d'Aosta, Piemonte e Friuli Venezia Giulia si confermano le mete più attrattive. Le infrastrutture e la lunga tradizione nel turismo bianco rendono questi luoghi senza dubbio i più scelti. Se ci concentriamo sul turismo culturale e naturalistico, invece, sono Umbria e Toscana, a farla da padrona, con un’offerta invidiabile e premiata dalle scelte dei viaggiatori. L’istituto Demoskopika, tuttavia, spiega come le destinazioni culturali del Centro Italia mostrino un gap che andrebbe colmato con promozioni e investimenti mirati. Le regioni del Sud e le isole, come Sardegna e Sicilia, allo stesso modo, potrebbero migliorare il loro potenziale con infrastrutture adeguate e promozione di eventi distribuiti anche fuori dalle vacanze estive.
Le località turistiche alpine risultano predilette da chi si vuole dedicare agli sport sulla neve e per chi cerca strutture con servizi avanzati.
"La frammentazione del sistema turistico limita la valorizzazione di regioni meno conosciute e lo sviluppo di nuove offerte. Serve superare le divisioni territoriali con una governance coordinata, investendo in infrastrutture, tecnologie e formazione per migliorare l'esperienza turistica. Ma soprattutto, occorre investire in coraggio, evitando equilibrismi e tattiche", afferma il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio, commentando le stime dell'istituto.