Uccide figlio, Paitoni resta in carcere, per il giudice ha premeditato, Il Ministro Cartabia invia gli ispettori
Uccide figlio, Paitoni resta in carcere, per il giudice ha premeditato, Il Ministro Cartabia invia gli ispettori
04 gennaio 2022, ore 22:35 , agg. alle 07:41
Il Gip ha convalidato il fermo per Davide Paitoni, che a Capodanno ha ucciso il figlio e aggredito la moglie. Accertamenti urgenti sul caso chiesti dal ministro della Giustizia, Cartabia
Ha agito per dare una punizione alla moglie che lo voleva lasciare ma anche con crudeltà verso il figlio di appena sette anni, e per le porte del carcere rimarranno chiuse per Davide Paitoni. Lo ha deciso il Gip di Varese Giuseppe Bettarino. Il 40 enne ha ucciso il figlio, Daniele, con una coltellata alla gola, è successo nel tardo pomeriggio del primo di gennaio a Morazzone in provincia di Varese, poi ha cercato anche di aggredire anche la moglie che si trovava in un paese vicino, a Gazzada Schianno. La donna 36 anni, era “colpevole” di averlo lasciato. Davide Paitoni ha agito mentre si trovava agli arresti domiciliari perche a fine novembre aveva aggredito a coltellate un collega ed era già accusato di tentato omicidio. L’uomo durante l'interrogatorio di garanzia di oggi si è avvalso della facoltà di non rispondere. “Non era in grado di sostenere l'interrogatorio” ha spiegato il suo legale Stefano Bruno.
Gli accertamenti del ministero di Giustizia
Sul perché il quarantenne Davide Paitoni potesse vedere il figlio, nonostante l'arresto per tentato omicidio e le denunce presentate dalla moglie e dal suocero saranno avviati accertamenti urgenti al Palazzo di Giustizia di Varese. Sul delitto del piccolo Daniele la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha chiesto all'ispettorato di svolgere con urgenza i necessari accertamenti preliminari sul caso, secondo quanto si è appreso da fonti ministeriali. Al centro dell’attenzione sarà, presumibilmente, la decisione del Gip di Varese Anna Giorgetti che aveva accolto la richiesta dell'avvocato difensore di Paitoni, di concedergli di vedere il figlio. “Evidenzia il Pubblico Ministero che Davide Paitoni sarebbe sottoposto ad altri procedimenti per reati anche connotati da violenza (maltrattamenti e lesioni)”, si legge nell'ordinanza del Gip del 29 novembre, “si tratta di carichi pendenti che potrebbero risolversi favorevolmente per l'indagato e che, dunque, non consentono di trarre elementi di qualsivoglia certezza” e poi aggiunge come motivazione all'accoglimento della misura cautelare il pericolo di inquinamento probatorio. Secondo una nota della Procura di Varese, il magistrato aveva contestato a Paitone anche la pericolosità sociale e non solo il rischio di inquinamento probatorio, per motivare la richiesta di custodia domiciliare.
L’ordinanza di oggi
L’ordinanza emessa oggi dal Gip ha tenuto conto della pericolosità sociale di Paitoni. Nel fermo è stata contestata anche la premeditazione, oltre che del concreto rischio di fuga. “Mi hai rovinato la vita, il bambino è al sicuro, ti ho aggredita per punirti” aveva detto alla moglie in un messaggio vocale inviato dopo aver ucciso il figlio Daniele. Desiderio di vendetta che si potevano leggere anche nella lettera che l’omicida aveva lasciato sul cadavere del bambino, chiuso in un armadio, così' come quello dell’intenzione di uccidersi. Una volta accerchiato dai carabinieri, ancora con l'arma del delitto in mano, li avrebbe incitati a sparargli. “E' una tragedia per tutti, anche per Paitoni”, ha affermato il suo avvocato difensore Stefano Bruno, che aveva anticipato l'incapacità del suo assistito di sostenere una conversazione, vedendo come unica possibilità di un delitto del genere il “delirio”.
Nessuna dichiarazione dai parenti
I nonni e la madre di Daniele chiedono il rispetto del loro dolore, e il loro legale l’avvocato Donatella Cicognani fa sapere che: “la famiglia non vuole rilasciare dichiarazioni attualmente e chiede alla stampa il rispetto di questo momento così doloroso”. I funerali del piccolo Daniele saranno celebrati il prossimo 7 gennaio all'oratorio San Luigi Schianno, che lui frequentava e dove gli animatori dopo la tragedia lo hanno ricordato con un post commosso su Facebook. Per quel giorno è stato proclamato il lutto cittadino sia a Morazzone che a Gazzada Schianno.