23 ottobre 2024, ore 08:00
La figlia Antonella ha commentato il suicidio del padre su Facebook con sei emoticon festanti. L'uomo, nel carcere di Bari dallo scorso 6 ottobre, si è tolto la vita con un lenzuolo legato al collo
Si è tolto la vita in carcere due settimane dopo aver ucciso la moglie, mettendo così fine a un dramma familiare. A raccontare di un padre violento che, in passato, aveva aggredito fisicamente la moglie e i figli in diverse occasioni, era stata la figlia Antonella, la stessa che ieri sui social commentando il suicidio paterno ha usato emoticon festanti.
LA REAZIONE DELLA FIGLIA
Antonella ha commentato il suicidio del padre su Facebook con sei emoticon festanti. "Sono tutte le preghiere che abbiamo fatto per mamma", ha scritto rispondendo a un messaggio della cugina. E sempre la figlia, agli inquirenti, aveva rivelato come il padre avesse già provato il suicidio in altre occasioni e che, a causa dei suoi disturbi psichiatrici (era affetto da Alzheimer e demenza senile), da due anni aveva iniziato a seguire una terapia farmacologica. Nelle sue parole anche il racconto di un padre violento che, in passato, aveva aggredito fisicamente la moglie e i figli in diverse occasioni. Ma le patologie, per la gip che ne ha disposto la carcerazione, non avrebbero avuto rilievo nella dinamica dell'omicidio: "Non vi sono seri dubbi, in questa fase, in merito all'imputabilità" del 65enne.
L’OMICIDIO E LA SIMULAZIONE DI UN INCIDENTE
Giuseppe Lacarpia si trovava in carcere dal 6 ottobre con l'accusa di aver ucciso la moglie, la 60enne Maria Arcangela Turturo: per gli inquirenti, quella stessa notte avrebbe dato fuoco alla sua auto mentre la donna si trovava ancora all'interno e poi, quando la vittima aveva provato a fuggire, l'avrebbe uccisa a mani nude. I due avevano appena trascorso la serata in un ristorante di Gravina insieme ai figli e ad altri parenti per un compleanno. La donna è morta nell'ospedale di Altamura in cui era stata trasportata con ustioni e diverse fratture, ma alla figlia Antonella e ad un poliziotto aveva fatto in tempo ad indicare nel marito l'autore delle aggressioni: "Mi voleva uccidere, mi ha messo le mani alla gola. Mi ha chiuso in macchina con le fiamme", aveva detto la donna, come riportato negli atti degli inquirenti. Fermato poche ore dopo il fatto, Lacarpia era stato incastrato da un video girato da una ragazza che in quel momento passava di là con alcuni amici. Nelle immagini si vede l'uomo immobilizzare la donna a terra. "Ho provato a rianimarla, avevo fatto un incidente e la macchina ha preso fuoco", aveva detto alla gip durante l'interrogatorio. Ma la giudice non gli aveva creduto, accusandolo di omicidio volontario con le aggravanti della premeditazione e della crudeltà: "Ha infierito sulla moglie, riprendendo la condotta pochi secondi dopo essersi fermato, a dimostrazione dell'intenzione di eliminarla, verosimilmente per impedirle di denunciarlo", si legge nell'ordinanza firmata dalla gip Valeria Isabella Valenzi. E il presunto tentativo di rianimazione, per la giudice, sarebbe solo "una versione di comodo", in quanto "emerge benissimo dal video che l'uomo non ha minimamente messo in sicurezza la moglie, ma che l'ha, al contrario, aggredita. Inoltre, i primi rilievi sull'origine dell'incendio, suggeriscono che questo abbia avuto matrice dolosa".