23 aprile 2021, ore 11:00
I Carabinieri hanno fermato quattro persone che avrebbero fatto parte del gruppo che lunedì scorso ha aggredito e ucciso Maurizio Cerrato, 61 anni, custode del Parco archeologico di Pompei, dopo una lite per un parcheggio
Svolta nelle indagini sull’omicidio di Maurizio Cerrato, il custode del Parco archeologico di Pompei, ucciso nella sera di lunedì dopo una lite per un parcheggio: i carabinieri del Comando provinciale di Napoli hanno fermato quattro persone, ritenute responsabili del delitto, un quinto indiziato da giorni è irreperibile.
Indagini lampo della Procura di Torre Annunziata
Per arrivare a stringere il cerchio intorno al gruppo di persone che hanno aggredito e ucciso il 61enne, le indagini coordinate dalla Procura di Torre Annunziata sono state serrate; nei giorni scorsi subito dopo l’agguato mortale, gli inquirenti hanno ascoltato più volte la figlia della vittima, testimone del delitto. I quattro fermati della notte scorsa sono accusati di omicidio volontario in concorso e tra loro ci sono due persone che fanno parte dello stesso gruppo familiare. Le attività investigative dei carabinieri della sezione operativa della compagnia di Torre Annunziata sono state rese più difficili per l'assenza di immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona. Soprattutto, ricostruire la condotta di chi era presente, di chi ha partecipato e dei ruoli ricoperti da ciascun indagato è stato reso ulteriormente complicato a causa di testimonianze non complete, raccolte in un clima di omertà. Tutti gli indagati, che ora si trovano nel carcere di Poggioreale, sono stati sottoposti ad un lunghissimo interrogatorio da parte degli inquirenti, tranne un quinto probabile componente del gruppo che, invece, è sparito da giorni.
Ucciso per un parcheggio
Maurizio Cerrato è stato ucciso, lunedì sera, dopo una lite scattata perché la figlia dell'uomo aveva parcheggiato in un posto auto in strada, non occupato da una vettura, ma da una sedia messa da qualcuno che così, riteneva di aver acquisito una sorta di diritto di prelazione. Il gesto della figlia di Cerrato è stato interpretato come uno sgarro: all’auto della ragazza è stato squarciato un pneumatico. A questo punto, è intervenuto l’uomo, chiamato in soccorso della figlia, che ha sostituito la gomma, non nascondendo il suo disappunto nei confronti di chi aveva individuato come responsabile dell’atto intimidatorio. Dopo pochi metri è stato raggiunto e picchiato da due persone con un compressore portatile utilizzato per gonfiare pneumatici; si è difeso come ha potuto. Ai primi due aggressori, si sarebbero aggiunti, via via, altre persone per cui il gruppo è aumentato di numero. Sono diventati almeno quattro, che hanno circondato e colpito ancora Cerrato, prima con il compressore, poi con una coltellata al torace. Il coltello non è stato ritrovato. Nonostante il soccorso della figlia che lo ha trasportato in ospedale a Castellammare di Stabia, non c’è stato nulla da fare. Il delitto ha suscitato orrore e indignazione a Torre Annunziata, il sindaco della città ha proclamato il lutto cittadino per il giorno in cui si svolgeranno i funerali di Maurizio Cerrato. Indignazione e dolore espresse anche da don Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli che ha sottolineato come ‘un manipolo di prepotenti, attraverso delitti, violenze e soprusi sanciti da un abusivo codice del diritto, si permette di condannare chi giorno per giorno, con semplicità e senso del dovere, cerca di vivere la propria vita, nel rispetto della sana e santa convivenza umana e civile’.