Ucraina, Coldiretti: "Aumento di cento miliardi dei costi per grano e mais in due mesi di guerra"
Ucraina, Coldiretti: "Aumento di cento miliardi dei costi per grano e mais in due mesi di guerra"
24 aprile 2022, ore 14:09 , agg. alle 19:27
Rischia di venire a mancare dal mercato oltre un quarto del grano mondiale, con l'Ucraina che insieme alla Russia controlla circa il 28% sugli scambi internazionali con oltre 55 milioni di tonnellate movimentate, ma anche il 16 % sugli scambi di mais (30 milioni di tonnellate) e ben il 65% sugli scambi di olio di girasole
A due mesi esatti dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, la guerra è già costata quasi 100 miliardi di dollari a livello globale solo per l'aumento dei prezzi di grano e mais destinati all'alimentazione umana e a quella animale, che sono balzate rispettivamente del 22% e del 17%, ma effetti a cascata si sono fatti sentire su tutti i prodotti alimentari. E' quanto emerge dal bilancio tracciato dalla Coldiretti sull'impatto dell'aumento delle quotazioni su valore della produzione mondiale alla chiusura settimanale del Chicago Board of Trade, punto di riferimento mondiale del commercio delle produzioni agricole.
Con la guerra rischia di venire a mancare dal mercato oltre un quarto del grano mondiale
Le quotazioni sul mercato future del grano, sottolinea il rapporto, sono salite a 10,75 dollari per bushel (27,2 chili) mentre il mais si è assestato a 7,88 dollari, ma in aumento rispetto al giorno dell'invasione dell'Ucraina sono anche il riso (+6%) e la soia (+2%) che già veniva trattata su valori elevati. Con la guerra rischia infatti di venire a mancare dal mercato oltre un quarto del grano mondiale con l'Ucraina che insieme alla Russia controlla circa il 28% sugli scambi internazionali con oltre 55 milioni di tonnellate movimentate, ma anche il 16 % sugli scambi di mais (30 milioni di tonnellate) e ben il 65% sugli scambi di olio di girasole (10 milioni di tonnellate). Senza la fine della guerra le semine primaverili di cereali in Ucraina - sottolinea Coldiretti - saranno praticamente dimezzate su una superficie di 7 milioni di ettari rispetto ai 15 milioni precedenti all'invasione mentre le spedizioni dai porti del Mar Nero sono bloccate dall'invasione.
La situazione dell’Italia e gli accordi necessari
''L'Italia è costretta ad importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori che hanno dovuto ridurre di quasi un terzo la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni durante i quali è scomparso anche un campo di grano su cinque con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati'', afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. "Occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali".