Ucraina, l’Anpi insiste: “No all’invio di armi a Kiev, e no alle bandiere della Nato il 25 aprile”
Ucraina, l’Anpi insiste: “No all’invio di armi a Kiev, e no alle bandiere della Nato il 25 aprile”
15 aprile 2022, ore 16:45
Il presidente dell’Associazione dei partigiani Gianfranco Pagliarulo: “Ci chiediamo come si fa a non vedere che si rischia di creare una catastrofe con una reazione a catena con effetti disastrosi. A Pasqua serve una tregua come ha chiesto Papa Francesco"
"Secondo noi, sarebbe sbagliato equiparare la lotta dei cittadini ucraini con quella avvenuta in Italia, che si è svolta in un contesto totalmente diverso". Queste parole del presidente nazionale dell'Anpi Gianfranco Pagliarulo prolungano la disputa sulle posizioni assunte dall'Associazione dei Partigiani sul conflitto in corso in Ucraina, con l'invasione da parte della Russia. Oggi l’Anpi ha presentato le iniziative per il 25 aprile, con il corteo a Milano nel pomeriggio, ma l'attenzione è tutta sulla guerra.
La resistenza
I custodi della memoria della resistenza chiedono un cessate il fuoco immediato e di porre fine all'invio di armi da parte dell'Occidente. Una posizione che ha attirato critiche da forze politiche e sociali, con accuse financo di simpatizzare per la Russia. Pagliarulo non si sottrae alla questione e chiarisce subito: "Sarà un 25 aprile di memoria di liberazione e impegno per la pace. Non siamo mai stati equidistanti nella tragedia di questa guerra, eravamo e siamo dalla parte degli aggrediti e contro gli aggressori". Sugli attacchi subiti dall'associazione, replica: "Anpi è unita, c'è un legittimo dibattito interno. Ma abbiamo assistito ad una serie di attacchi contro di noi di una violenza e di una volgarità inaudita. Ho scoperto, a mia insaputa, di essere putiniano, il mio giudizio su di lui è pessimo, ce ne faremo una ragione". Ma sull'invio di armi il giudizio del presidente Anpi resta netto: "Ci chiediamo come si fa a non vedere che si rischia di creare una catastrofe con una reazione a catena con effetti disastrosi. Noi siamo stati da subito contrari all'invio di armi". il timore è quello di "un nuovo Afghanistan nel cuore dell'Europa". E ribadisce: "Siamo davanti ad una fase nuova dell'invasione che ha un carattere ancora più tragico che rende ancora più urgente un tavolo di trattative, a partire da una tregua per le festività pasquali come ha chiesto Papa Francesco". Per la manifestazione di Milano annuncia come "inopportuno portare le bandiere della Nato" per impedire "qualsiasi incidente o provocazione". Perché: "Dovremmo parlare di pace, non mi pare che la Nato sia un'organizzazione pacifista".
La liberazione
Il tema più spinoso resta quello del confronto con la guerra di liberazione. "Pensiamo sia giusto - argomenta il presidente Anpi - riconoscere la lotta delle popolazioni ucraine come resistenza. Detto questo, secondo noi, sarebbe sbagliato equiparare la lotta degli ucraini con quella avvenuta in Italia, che si e' svolta anche in un contesto totalmente diverso". Pagliarulo propone la sua disamina storica degli eventi: "La resistenza italiana nasce l'8 settembre '43 e si conclude il 25 aprile del 1945, la guerra era in corso, gli alleati erano in guerra contro la Germania e l'Italia fascista, fornirono armi per chiudere al più presto la guerra. il paragone è del tutto improprio. L'Italia non è in guerra contro la Russia". Poi chiosa: "C'è stata una resistenza anche in Iraq, una dei talebani, o quella di Gheddafi, ma questo non vuol dire che siano state uguali a quella che si svolge ora in Ucraina".
La Comunità Ebraica
Anpi prova a ricucire lo strappo sul 25 aprile, che si protrae dal 2014, con la Comunità Ebraica di Roma, su una diversa valutazione della presenza delle bandiere della Palestina e di Israele al corteo. "Manderò una lettera alla presidente Ruth Dureghello, chiedendole un incontro, noi siamo con le braccia aperte, parliamo con tutti. Lei ha stigmatizzato la posizione che abbiamo preso sul massacro di Bucha. La critica era che noi abbiamo chiesto una commissione di inchiesta indipendente. Probabilmente nelle nostre parole bisognava specificare che sono stati i russi ma non siamo stati i soli a chiedere una indagine indipendente per evitare errori della propaganda".
Pd e Radicali
Perentoria la replica del senatore Pd Andrea Marcucci: "La posizione del presidente dell'Anpi Pagliarulo continua ad essere molto discutibile, non la condivido affatto. La resistenza ucraina aiutata dall'Europa, è un modo per convincere Putin al dialogo. L'alternativa è la resa". Mentre il segretario dei Radicali Massimiliano Iervolino sottolinea: "Alle manifestazioni per il 25 aprile siano benvenute tutte le bandiere, quelle della Nato e soprattutto quelle dell'Ucraina".