Ucraina, maggioranza divisa sulle sanzioni a Mosca, domani Di Maio riferisce in Parlamento

Ucraina, maggioranza divisa sulle sanzioni a Mosca, domani Di Maio riferisce in Parlamento

Ucraina, maggioranza divisa sulle sanzioni a Mosca, domani Di Maio riferisce in Parlamento


22 febbraio 2022, ore 18:30

Su richiesta di quasi tutti i partiti (tranne la Lega), il governo parlerà alle Camere attraverso il ministro degli Esteri, che terrà una informativa sia a Palazzo Madama sia a Montecitorio. Il premier Mario Draghi, invece, riferirà la prossima settimana

La crisi ucraina arriva in Parlamento. Su richiesta di quasi tutti i partiti (tranne la Lega), il governo parlerà alla Camere domani attraverso il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio che terrà una informativa. Il premier Mario Draghi, invece, riferirà la prossima settimana, ma già oggi ha esternato la sua “ferma condanna per la decisione del governo russo di riconoscere i due territori separatisti del Donbass. Si tratta di un’inaccettabile violazione della sovranità democratica e dell’integrità territoriale dell’Ucraina. Sono in costante contatto con gli alleati per trovare una soluzione pacifica alla crisi ed evitare una guerra nel cuore dell’Europa. La via del dialogo resta essenziale, ma stiamo già definendo nell’ambito dell’Unione Europea misure e sanzioni nei confronti della Russia». Il presidente del Consiglio ha avuto anche una conversazione telefonica con il presidente francese Macron: entrambi hanno ribadito la piena unità dei leader europei.


Le sanzioni

Sulle sanzioni Ue, però, la maggioranza non marcia compatta. Il Pd preme per una reazione decisa, concordata con Bruxelles. Il M5S è sulla stessa linea. Forza Italia e Lega invece invocano prudenza. "La violazione dell'integrità territoriale di uno Stato non è accettabile - è convinta la capogruppo del Pd, Debora Serracchiani - Quello della Russia è un atto sconsiderato, ha aperto una crisi gravissima. La comunità internazionale reagisca con fermezza e l'Europa assuma subito le decisioni necessarie contro la Russia". Secondo Piero Fassino, presidente Pd della commissione Esteri a Montecitorio, "il riconoscimento russo delle autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk è una gravissima violazione dell'integrità territoriale dell'Ucraina e dei principi degli accordi Helsinki, sottoscritti peraltro da rappresentanti, a suo tempo, di Mosca".


La Commissione

La Commissione Esteri della Camera è convocata in seduta permanente. Fassino in queste ore sta prendendo contatti con i presidenti delle commissioni Esteri della Verkhovna Rada ucraina, della Duma russa e dei parlamenti dei principali Paesi europei e degli Usa. Anche il M5S si schiera per le sanzioni. Il ministro Di Maio ritiene "doveroso discuterne". Il presidente del partito, Giuseppe Conte, ha affermato che la via delle sanzioni "ci sta tutta. L'iniziativa di Mosca segna un innalzamento del livello critico e dobbiamo scongiurare una guerra". Per il capogruppo alla Camera, Davide Crippa, va comunque "mantenuto aperto il dialogo tra le due parti, lavorando per ricucire il rapporto tra Mosca e Kiev". Forza Italia è cauta sulle misure anti-Mosca. "Piuttosto che far partire sanzioni, è meglio provare ancora con un negoziato diplomatico - dice il capogruppo alla Camera, Paolo Barelli - Il presidente Berlusconi soffre in questi giorni, da premier ha lavorato alla distensione dei rapporti Usa-Russia. Ha sentito Putin? Ha un rapporto personale, il contatto è diretto, ma in questo momento è il presidente di un partito, non il capo del governo". La Lega è contro un intervento militare della Nato. E invita alla cautela sulle misure finanziarie. Per il capogruppo Riccardo Molinari "è evidente che va perseguita la via della diplomazia. Bisogna escludere interventi militari. Le sanzioni sono una possibile risposta, data l'accelerazione che ha impresso Putin alla vicenda. Ma l'Italia deve muoversi con lo stesso approccio degli altri partner europei. Nessuno nega la possibilità delle sanzioni, ma non devono danneggiare l'economia europea, già provata, non solo sul fronte energetico". Matteo Salvini, pur ammettendo di "non approvare nessuna invasione in casa altrui", punta a una soluzione diplomatica: "Spero che Draghi vada sia a Kiev che a Mosca".


Fdi

Per Fratelli d'Italia è intervenuta Giorgia Meloni: "Sosterremo ogni iniziativa per difendere l'integrità territoriale degli Stati europei", che hanno diritto, ha detto Meloni, "di scegliere liberamente il loro destino occidentale". La presidente di FdI ha rimarcato il sostegno "senza ambiguità" dell'Italia al blocco Nato, pur condannando la "strategia voluta dalle amministrazioni democratiche Usa che con Obama e Biden hanno contribuito alla drammatizzazione della situazione".



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