UE, cure solo per 200mila europei, troppi ostacoli

UE, cure solo per 200mila europei, troppi ostacoli

UE, cure solo per 200mila europei, troppi ostacoli


10 giugno 2019, ore 09:00

E' quanto emerge da una relazione della Corte Conti Europea, dall'Italia in un anno usciti 200 pazienti

Poche informazioni, tanta burocrazia e ritardi nello scambio dei dati sanitari. La possibilità di accedere all'assistenza sanitaria in altri Paesi dell'Unione Europea è ancora un miraggio per molti cittadini. Ad averne beneficiato, in un anno, sono poco più di 200.000 europei, pari a meno dello 0,05% della popolazione. A fare il punto è una relazione della Corte dei Conti Europea, che sottolinea come "solo una minoranza dei potenziali pazienti sa di aver diritto a ricevere assistenza sanitaria all'estero". La direttiva UE sull'assistenza transfrontaliera, operativa in Italia dal 2014, mira a garantire il diritto a esser curato in un altro Stato membro e a un rimborso per prestazioni sanitaria e ospedaliera oltre i confini nazionali, all'interno dell'Ue. Una possibilità particolarmente utile per la cura di alcune patologie, come le malattie rare, per le quali le conoscenze e l'esperienza sono ancora concentrate in pochi centri super specializzati. Come mostrano i dati dell'ultimo Rapporto Pit Salute, presentato da Cittadinazattiva a dicembre 2018, relativamente all'accesso alle cure all'estero, le aree cliniche interessate nelle segnalazioni di mobilità sanitaria sono, innanzitutto, quella oncologica ( 38,7%), quella ortopedica (21,5%), la neurologia (14,7%) e le malattie rare (10,8% nel 2017). Quanto ai problemi, i cittadini lamentano quelli relativi ai rimborsi spesa (42,7%), alla negata autorizzazione da parte della Asl (nel 38,1% dei casi) e alla mancata o ritardata risposta da parte della Asl (al 19,2%). Secondo la relazione della Corte dei Conti Europa, nel 2016, a registrare il maggior numero di pazienti 'in entrata', sono stati Spagna e Portogallo: ne hanno ricevuti rispettivamente 46.000 e 33.000; circa 9.300 quelli venuti invece in Italia. Mentre è stata la Francia quella ad avere più pazienti 'in uscita', circa 150.000 (e soprattutto verso la Germania) su un totale di 213.000, a fronte di 200 registrati in Italia.