Un anno fa la scomparsa di Saman Abbas, a che punto sono le indagini
30 aprile 2022, ore 11:30
La ragazza sarebbe stata uccisa dopo aver rifiutato un matrimonio combinato
Tra le storie che più hanno colpito l'opinione pubblica italiana nel corso degli ultimi mesi c'è sicuramente la vicenda della scomparsa di Saman Abbas, la diciottenne di origini pachistane di cui si sono perse le tracce nella notte tra il trenta aprile e il primo maggio di un anno fa a Novellara, in provincia di Reggio Emilia. Da allora si susseguono molte domande per ricostruire quanto accaduto e per capire se la ragazza sia ancora o in vita o meno. Quelli che potrebbero essere gli ultimi istanti di vita della giovane sono ritratti in un filmato ripreso da alcune videocamere di sorveglianza nei pressi dell'abitazione in cui Saman viveva insieme alla sua famiglia, dalla quale avrebbe rifiutato un matrimonio combinato. Proprio quest'ultima circostanza, secondo una delle ipotesi, potrebbe essere alla base della sua sparizione.
Le indagini
Tra le prime ricostruzioni alla base delle indagini ci sarebbe il coinvolgimento dello zio di Saman e di due cugini, che insieme ai genitori della ragazza sono ora rinviati a giudizio nell'ambito delle indagati per omicidio e occultamento di cadavere. I tre avrebbero infatti tolto la vita alla diciottenne, consegnata loro dai genitori, e ne avrebbero occultato il cadavere. Dopo l'avvio delle indagini, i genitori di Saman Abbas hanno lasciato l'Italia per tornare in Pakistan. Pochi giorni dopo, anche lo zio e i cugini della giovane hanno lasciato il Paese, salvo poi essere fermati tra Francia e Spagna e successivamente estradati in Italia. Lo zio della ragazza, Danish Hasnain, si è dichiarato estraneo ai fatti, riferendo di una fuga all'estero di Saman e parlando di "lavori nell'orto" rispetto a un video che lo ritrae insieme ai due cugini della giovane procedendo verso le campagne vicino alla casa di famiglia con delle pale. I genitori sono tutt'ora latitanti.
La storia
Dopo essersi allontanata dalla famiglia una prima volta, Saman si era rivolta alle forze dell'ordine dopo il tentativo della famiglia di organizzare per lei un matrimonio combinato. Ancora minorenne, la ragazza di Novellara era stata quindi ospitata da una struttura protetta del bolognese. Compiuti i diciotto anni, era tornata a casa, probabilmente per recuperare dei documenti: sarebbe stato allora che, secondo la ricostruzione effettuata anche grazie al fratello minore di Saman, i genitori l'avrebbero attirata in casa con l'inganno per poi consegnarla allo zio di trentaquattro anni e ai cugini di ventotto e trentacinque per l'omicidio. Essendosi probabilmente resa conto del pericolo, la giovane aveva scritto un messaggio al fidanzato che aveva conosciuto durante il periodo di permanenza nella struttura protetta, chiedendogli di chiamare la polizia nel caso in cui non avesse dato notizie nelle successive quarantotto ore. Così fu: dalla denuncia del fidanzato sono poi partite le indagini e la richiesta di rinvio a giudizio per i cinque familiari.
Le riprese
Al vaglio degli inquirenti ci sono delle riprese di alcune telecamere di sorveglianza che ritraggono Saman Abbas procedere insieme al padre e alla madre verso le campagne in cui erano impiegati proprio i genitori, che in altre immagini tornano indietro, senza però che compaia con loro la figlia. Secondo le ipotesi, potrebbero essere stati proprio quelli gli istanti in cui i due avrebbero consegnato la figlia allo zio e ai cugini per l'omicidio. E proprio in quei campi gli investigatori hanno avviato le ricerche del cadavere di Saman, che al momento non è stato ancora rinvenuto. Dopo mesi di ricerche tra le ipotesi della procura c'è anche la possibilità che il corpo della giovane possa non essere mai trovato.