Sabato 7 marzo, prima dell'entrata in vigore del decreto, io mi trovavo con il mio compagno in un delizioso agriturismo, immerso nella campagna veneta, a godermi un buon piatto di tortelli ripieni di formaggio e cavoletto di Custoza, quando sono stata raggiunta da una raffica di telefonate e messaggi allarmanti di amici e conoscenti che mi consigliavano di fare ritorno a Milano al più presto, per evitare di restare bloccata in Veneto per tutto il tempo della quarantena, che sarebbe entrata in vigore dal giorno successivo. La mattina, dopo una notte tormentata ed assalita da ogni sorta di dubbio, ho caricato in macchina il mio cane Drugo e sono partita alla volta del mio domicilio milanese: lontana dalla mia Verona, dove ho tuttora la residenza, ma vicina al mio lavoro, che è quello di parlare alla radio tutte le sere dalle ventitré all'una su RTL102.5. Al contrario della rocambolesca “grande fuga” da Milano verso le destinazioni più disparate che ha visto protagonisti la maggior parte dei pendolari nella notte tra il 7 e l'8 marzo, io ho percorso il tragitto contrario. A farmi compagnia in questa permanenza forzata c'è quello che io chiamo il mio quadrupede: Drugo.
Drugo, un cane in quarantena
Drugo è un molossoide di più di trenta chili che ho adottato nel 2013 presso la sede di Redecesio della Lega nazionale per la difesa del cane. Classificato dai volontari e dagli operatori come un cane diffidente e non adottabile, Drugo, che si chiama così in onore al grande Lebowsky, è diventato, non senza un percorso di educazione complesso ed articolato, il mio amico inseparabile, l'amore della mia vita, con buona pace del mio compagno umano Matteo. Essendo come tutti i meticci particolarmente intelligente e sensibile, sono convinta che all'inizio non abbia compreso il motivo della nostra reclusione milanese, che giorno dopo giorno è diventata sempre più rigida. Abitando in prossimità di un vasto parco per noi il contatto con la natura è quotidiano e senza orari. Ma con l'introduzione dell'ulteriore restrizione, prevista dal decreto, che limita le uscite con i cani a 200 metri dal proprio civico, le passeggiate da illimitate sono diventate cronometrate. Dopo più di un mese di limitazioni della nostra libertà, abbiamo affinato lo studio degli orari nei quali è meno probabile trovare assembramento di cani e umani, inclusi gli irriducibili della corsetta, e ci concediamo un giro più rilassato. Prima di entrare in casa il quadrupede si sottopone volontariamente alla disinfezione delle zampe con le apposite salviette: a scanso di equivoci, avendone sentite di tutti i colori, non vanno utilizzati alcol o candeggina direttamente sull'epidermide o sul manto del cane, perché sono ovviamente sostanze altamente tossiche per gli animali. Drugo non sembra soffrire del cambio di abitudini, anzi, quando tento di convincerlo ad uscire, più per il mio piacere che le sue reali esigenze, spesso si sistema nella sua confortevole cuccia a zampe all'aria.
Il Covid-19 e gli animali
Essendo quest'emergenza una situazione senza precedenti, è facile imbattersi, in particolare sul web, in fake news e allarmismi infondati. Dopo la notizia di qualche giorno fa riguardante una tigre malese dello zoo di New York risultata positiva al Covid-19, è facile immaginare che qualcuno possa essere stato preso dal panico al pensiero che anche il proprio gatto o cane di casa potessero contrarre il virus. E' dunque opportuno sottolineare che, secondo il parere degli esperti, gli animali non possono contagiare l'uomo, casomai il contrario, ma loro non ci abbandonerebbero mai. I cani ed i gatti hanno modalità diverse di affezione all'uomo, ma in ogni caso nutrono attaccamento e fedeltà nei confronti del proprio amico umano. Invito tutti coloro che in questo momento hanno la fortuna di condividere il proprio tempo, improvvisamente dilatato, con un amico a quattro zampe a continuare a rispettarlo ed amarlo. Per chi avesse serie di difficoltà di gestione del proprio animale sono a disposizione per ogni regione appositi numeri d'emergenza. Stay inside, stay safe!