08 novembre 2021, ore 15:00
In seguito alle proposte sulla tassazione portate avanti dai democratici, Elon Musk ha chiesto su Twitter vendere o meno il 10% delle sue azioni. Tesla, intanto, ha già perso il 7% nel pre-market di Wall Street
Elon Musk potrebbe vendere il 10% delle sue azioni. Il fondatore di Tesla ha lanciato un sondaggio su Twitter, cui hanno risposto 3,5 milioni di utenti: “Ultimamente si parla molto di guadagni non realizzati come mezzo di elusione fiscale, quindi propongo di vendere il 10% delle mie azioni Tesla. Sei d’accordo?”. Il 58% dei votanti ha risposto “sì”. L’imprenditore ha promesso che terrà fede al risultato espresso dalla volontà popolare, “qualsiasi esso sia”. E specifica: “L’unica cosa che ho sono le azioni, e l’unico modo che ho per pagare le tasse è vendendo azioni”.
DA DOVE NASCE LA PROVOCAZIONE
Da dove nasce l’ennesima provocazione social dell’uomo più ricco del mondo? In America ultimamente il dibattito politico, portato avanti dai democratici e inasprito da una proposta fatta dal senatore Ron Wyden, si sta concentrando sempre di più sulla tassazione ai ricchi. Poiché non percepiscono salari come i normali lavoratori, ma si arricchiscono tramite l’aumento di valore dei loro beni, i più facoltosi riescono ad aumentare i guadagni senza dover pagare le tasse. Ed è così che Musk ha beneficiato per anni dei profitti legati all’aumento di valore delle azioni (le cosiddette plusvalenze o unrealized gains), che esistono sulla carta ma sono difficilmente tassabili negli Stati Uniti, almeno fino a che le azioni non vengono vendute generando quindi liquidità. Se portata a termine dunque, l’iniziativa di Musk genererebbe introiti per circa 21 miliardi di dollari. L’imprenditore, infatti, secondo una stima del Wall Street Journal, possiede circa il 17% delle azioni della società.
COSA SUCCEDE ORA
La domanda che si pone ora è se Musk abbia realmente intenzione di mantenere la promessa. Al momento il suo gesto social ha portato ad effetti concreti sul mercato: il titolo è scivolato nelle quotazioni del pre-market di Wall Street del 7 per cento. Se dovesse effettivamente decidere di vendere la sua parte di azioni, a rimetterci sarebbero soprattutto gli azionisti della società automobilistica: un fattore che potrebbe portare anche a delle conseguenze politiche, dato che tra gli azionisti di Tesla quasi sicuramente ci sono anche elettori democratici, che si troverebbero così a pagare lo scotto delle scelte dei loro leader. Se invece, come è già accaduto in passato, ci trovassimo di fronte all’ennesima provocazione a vuoto, l’imprenditore rischierebbe l’accusa di aggiotaggio da parte dell’autorità americana di regolamentazione dei mercati finanziari: sarebbe infatti colpevole di aver manipolato l’andamento del titolo dando informazioni false al mercato.