Una virologa croata ammalata di tumore fa esperimenti su di sè e trova una cura efficace
11 novembre 2024, ore 13:15 , agg. alle 13:32
La notizia arriva da Zagabria, la dottoressa ha sperimentato su di sè la viroterapia oncolitica che pare aver dato buoni risultati. Ora si scatena il dibattito: giusto fare da sè o meglio affidarsi ai protocolli ufficiali?
Chi fa da sé, fa per tre. Torna in mente una delle frasi che ci ripetevano le nostre nonne leggendo la storia di Beata Halassy. E’ una virologa, lavora in Croazia, presso l’Università di Zagabria. E in lotta contro il cancro. Sulla rivista “Vaccine” ha raccontato il suo percorso terapeutico non convenzionale. Lei stessa ha invitato a non seguire la strada che lei ha deciso di intraprendere.
RECIDIVA DI UN VECCHIO TUMORE
Nel 2020 Beata Halassy aveva 49 anni e aveva scoperto che un nuovo tumore si era formato nello stesso sito nel quale in precedenza aveva subito una mastectomia per un precedente cancro al seno. Davanti a questa recidiva la dottoressa non si era sentita in grado di affrontare nuovamente la chemioterapia; ma certo non si è arresa. Ha deciso di prendere in mano la situazione e ha cominciato a studiare la letteratura scientifica sfruttando le sue competenze di virologa. Così ha calibrato sulla sua situazione una terapia che oggi si sta solo iniziando a sperimentare, chiamata viroterapia oncolitica. Tutto questo accadeva quattro anni fa e da allora il tumore non si è riformato.
LA TERAPIA SEGUITA
La viroterapia oncolitica è un settore emergente e utilizza i virus sia per aggredire le cellule tumorali, sia per stimolare il sistema immunitario ad attaccare il tumore. Le sperimentazioni cliniche finora basate su questa tecnica, inizialmente condotte solo su tumori con metastasi, ora stanno considerando anche gli stadi più precoci dei tumori. Una di queste sperimentazioni cliniche, per esempio, è in corso negli Stati Uniti su casi di melanoma. Non esistono invece test sul tumore del seno.
IL TUMORE E' REGREDITO
In sostanza la dottoressa Halassy ha deciso di scatenare contro il suo tumore due virus, uno dopo l'altro: quello del morbillo seguito da uno dei virus della stomatite vescicolare, sui quali la ricercatrice aveva lavorato in passato ed entrambi utilizzati nelle sperimentazioni allora avviate. Il preparato è stato direttamente iniettato nel tumore per due mesi, durante i quali gli oncologi hanno costantemente controllato la situazione per intervenire con la chemioterapia se le cose fossero andate male. Il tumore si è ridotto progressivamente senza gravi effetti collaterali, finchè non è stato possibile asportarlo chirurgicamente. In sostanza la terapia ha funzionato.
DIBATTITO ACCESO
Quanto successo ha scatenato una ridda di polemiche. C’è chi plaude all’iniziativa della virologa, sottolineando che il risultato è stato raggiunto e che il tumore è rientrato. Sull’altro fronte c’è chi evidenzia che ci sono protocolli scientifici sperimentati per anni e che andrebbero seguiti. Il messaggio che si vuole trasferire è che procedere di testa propria e in ordine sparso può essere pericoloso. Anche perché non tutti hanno la competenza scientifica della virologa ed è concreto il rischio di finire in mano a qualche ciarlatano. A spegnere le discussioni proprio le parole della dottoressa Halassy, che in sostanza ha detto: “Non fate come me”. Lei però intanto si è salvata.