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Unione europea, i passaggi del manifesto di Ventotene letti da Meloni in Aula hanno scatenato la bagarre

Unione europea, i passaggi del manifesto di Ventotene letti da Meloni in Aula hanno scatenato la bagarre

Unione europea, i passaggi del manifesto di Ventotene letti da Meloni in Aula hanno scatenato la bagarre Photo Credit: Agenzia Fotogramma


La premier è stata interrotta dalle proteste dell'opposizione e il presidente della Camera Lorenzo Fontana ha sospeso la seduta per ben due volte, invitando alla calma soprattutto i deputati del Partito Democratico Federico Fornaro e Peppe Provenzano

“Io spero che tutte queste persone" che, partecipando alla manifestazione di sabato scorso a piazza del Popolo, hanno richiamato il manifesto di Ventotene, "in realtà non lo abbiano mai letto, perché l'alternativa sarebbe francamente spaventosa. Però a beneficio di chi ci guarda da casa e di chi non dovesse averlo mai letto, io sono contenta di citare testualmente alcuni passi salienti del Manifesto di Ventotene".

La replica

Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, chiudendo la sua replica al dibattito sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo di domani e dopodomani, ha introdotto la lettura di alcuni passaggi del manifesto di Ventotene per concludere che quel documento "non è la mia Europa".

Le opposizioni

Parole che hanno scatenato la protesta delle opposizioni. "Cito", come "primo - ha proseguito Meloni -: 'la rivoluzione europea per rispondere alle nostre esigenze dovrà essere socialista' e fino a qui vabbè... 'La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta, estesa caso per caso', non dogmaticamente, 'caso per caso'. 'Nelle epoche rivoluzionarie in cui le istituzioni non debbono già essere amministrate ma create, la prassi democratica fallisce clamorosamente'. 'Nel momento in cui occorre la massima decisione e audacia, i democratici si sentono smarriti non avendo dietro uno spontaneo consenso popolare, ma solo un torbido tumultare di passioni...'".

Fontana

A questo punto la premier è stata interrotta dalle proteste dell'opposizione e il presidente della Camera Lorenzo Fontana ha invitato alla calma i deputati del Pd Federico Fornaro e Peppe Provenzano. "'La metodologia politica democratica - ha ripreso Meloni - sarà un peso morto nella crisi rivoluzionaria' e il manifesto conclude che 'esso', il partito rivoluzionario, 'attinge la visione e la sicurezza di quel che va fatto non da una preventiva consacrazione da parte dell'ancora inesistente volontà popolare, ma nella sua coscienza di rappresentare le esigenze profonde della società moderna. Dà i tal modo le prime direttive del nuovo ordine, la prima disciplina sociale alle nuove masse, attraverso questa dittatura del partito rivoluzionario si forma il nuovo Stato e attorno a esso la nuova democrazia'". "Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia", le parole della premier che hanno provocato la bagarre in Aula. 

Il centrosinistra

E le opposizioni sono state unite e sugli scudi dopo l'intervento della presidente MELONI contro il manifesto di Ventotene. A prendere la parola per primo, sull'ordine dei lavori, è il vicecapogruppo di Avs, Marco Grimaldi: "Ci sentiamo profondamente offesi e indignati", inizia il deputato rossoverde, che poi attacca per il "fatto gravissimo": "Questo Paese, questa democrazia, questa Costituzione è nata anche a Ventotene. Quegli uomini e quelle donne parlavano dal confine, da una dittatura, in questo Paese o eri suddito o eri ribelle. E' anche grazie a loro se siete e se siamo liberi. Non si può dileggiare chi ha salvato la nostra Patria, se non ci fosse stata la resistenza la parola patria non avrebbe avuto lo stesso suono, la Costituzione non sarebbe la stessa. Bisognerebbe avere rispetto". A Grimaldi fa eco Federico Fornaro, del Pd. "Quello che è avvenuto poc'anzi lo riteniamo un fatto grave nei confronti del Parlamento, della storia di questo Paese". Il manifesto di Ventotene, spiega l'esponente dem, non è "l'inno alla dittatura del proletario, è l'inno dell'Europa federale, contro i nazionalismi che sono stati il cancro che nel Novecento ha prodotto due guerre mondiali". Per Fornaro, questo è un oltraggio alla "memoria di Altiero Spinelli, considerato il padre dell'Europa, di Ernesto Rossi, di Eugenio Colorni". E poi, rivolgendosi a Fontana: "Noi siamo qui in questo Parlamento, lei lo presiede, grazie a quelli uomini, che non possono essere insultati, derisi, non è accettabile, lei deve dire parole di verità, lei è presidente della Camera dei deputati della Repubblica italiana! Non è possibile, questo è il luogo sacro della democrazia e noi siamo qui grazie a quegli uomini e quelle donne". "Si inginocchi la presidente del Consiglio davanti a loro, altro che dileggiarli. Vergogna, vergogna, vergogna", conclude in un climax ascendente il deputato dem. "Credo che alle gravissime parole che la presidente MELONI, un oltraggio alla nostra democrazia, la risposta migliore sia stata data dal presidente Mattarella". E' l'inizio dell'intervento di Alfonso Colucci, del Movimento 5 stelle, che poi ricorda le parole del capo di Stato direttamente a Ventotene, mettendo l'accento soprattutto sulla parte in cui Mattarella disse che era "il fascismo" ad aver mandato "qui diverse persone per costringerle a non pensare o quantomeno per evitare che seminassero pericolose idee di libertà". "Quanto abbiamo sentito oggi in quest'aula dalla presidente del Consiglio - ribadisce il deputato pentastellato - è un oltraggio. Un oltraggio alla storia d'Italia, alla memoria di quanti hanno combattuto, hanno perso la vita, hanno donato a questa democrazia il dono dell'antifascismo da cui nasce la nostra Carta costituzionale, da cui nasce la nostra democrazia. Queste parole dette dalla presidente del Consiglio costituiscono la negazione dei valori fondanti su cui basa il nostro vivere civile e l'essenza della nostra Repubblica. Non c'è spazio in quest'aula per il fascismo e lei dovrebbe per primo alzarsi da quello scranno. Presidente, si vergogni", conclude Colucci. Prima della sospensione dell'aula, interviene anche Richetti, capogruppo di Azione alla Camera. "Non riconoscere le parole del manifesto di Ventotene, che sono la conseguenza di anni di fascismo, e lei non può ignorare questo", dice prima di essere subissato dalle urla.


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