17 giugno 2024, ore 16:36 , agg. alle 16:48
La presidente del Consiglio Meloni punta a una vicepresidenza di peso e a delle deleghe che siano in grado di incidere nella prossima legislatura. Il Bilancio o la Difesa sono al momento i dossier su cui sembra più concentrato lo staff di Palazzo Chigi
Stasera vertice informale dei capi di Stato e di governo dell'Ue sulle nomine per i top job dopo il voto. Alle 18 inizia la cena, con Ursula von der Leyen, spitzenkandidatin del Ppe per la guida della Commissione, che dovrebbe aver vinto anche le resistenze del presidente francese, Emmanuel Macron (liberale), dopo l'incontro all'Eliseo di mercoledì, e del cancelliere tedesco (socialista), Olaf Scholz, dopo l'incontro al G7 di Borgo Egnazia. Entrambi concordano sul fatto che "si andrà avanti rapidamente e in modo efficiente" nella riunione di questa sera. Roberta Metsola è invece favorita per l’altra riconferma, quella alla guida dell’Europarlamento. Le due lasceranno il tavolo quando i Ventisette entreranno nel vivo del dibattito sulle nomine apicali. Nel frattempo, fitto programma di incontri bilaterali. La premier Giorgia Meloni ha visto il primo ministro ungherese Orban, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e l'ex premier polacco ed esponente dell'Ecr, Mateusz Morawiecki.
I casi
Due intanto i casi che riguardano l'Italia. Il primo sulle immagini di un'inchiesta di Fanpage sui giovani di Fratelli d’Italia che fanno saluti romani e inneggiamo al duce: 'Condanniamo la simbologia fascista', ha detto un portavoce della Commissione. L'altro riguarda un'indiscrezione pubblicata da Politico.Eu, secondo cui Von der Leyen per ottenere i voti di Meloni avrebbe ritardato l'ok definitivo a un rapporto ufficiale dell'Ue che critica l'Italia per l'indebolimento delle libertà dei mass media.
La premier
Di sicuro la presidente del Consiglio punta a una vicepresidenza di peso e a delle deleghe che siano in grado di incidere nella prossima legislatura della Ue. Il Bilancio o la Difesa, o una delega ad hoc che supervisioni i nuovi strumenti finanziari della Ue, sono al momento i dossier su cui sembra più concentrato lo staff di Giorgia Meloni. Nel primo caso ci vorrebbe un candidato che abbia delle competenze specifiche, e anche se lui stesso nega, rimane in pista il nome di Giancarlo Giorgetti; nel secondo caso c’è il nome di Elisabetta Belloni, attuale capo del Dis e sherpa del G7.
Von der Leyen
Comunque sullo schema che dovrebbe accompagnare il ruolo di Meloni nell’eventuale fiducia bis a Von der Leyen c’è una certezza: per essere riconfermata, all’attuale presidente della Commissione Ue serve l’aiuto della premier italiana. Che potrebbe anche non essere decisivo, ma che visti i precedenti assume le forme di un’assicurazione contro gli imprevisti. Vale a dire, i possibili franchi tiratori nel voto segreto. Meloni potrebbe esternare in pubblico il suo appoggio, specificando che non si tratta comunque di un sostegno politico e organico per il resto della legislatura. Naturalmente se von der Leyen fornirà garanzie sulle nostre richieste.