Usa, appello del Presidente Joe Biden al Congresso, urgono riforme per limitare la vendita di armi
14 febbraio 2021, ore 21:00 , agg. alle 11:32
Biden ha parlato nel terzo anniversario della strage di San Valentino in un liceo di Parkland, in Florida, durante la quale un 19ennne armato con un fucile automatico causò la morte di 17 persone
"Agiremo per porre fine alla nostra epidemia di violenza armata e per rendere le nostre scuole e comunità più sicure. Oggi chiedo al Congresso di attuare riforme di buon senso della legge sulle armi, tra queste la richiesta di controlli dei precedenti su tutte le vendite, il divieto delle armi d'assalto, dei caricatori ad alta capacità, l'eliminazione dell'immunità per i produttori di armi che consapevolmente immettono armi da guerra nelle nostre strade". A tre anni esatti dalla strage nel liceo di Parkland, in Florida, il presidente americano Joe Biden ha chiesto un'immediata riforma sulla vendita di armi da fuoco, ed ha assicurato che la sua amministrazione non attenderà la prossima sparatoria di massa per rispondere a chi chiede di agire. "Lo dobbiamo a tutti coloro che abbiamo perso e a tutti coloro che sono rimasti indietro a soffrire per ottenere un cambiamento. È giunto il momento di agire", ha aggiunto Biden.
La strage di San Valentino
Il 14 febbraio 2018, Nikolas Cruz fu accompagnato alla Marjory Stoneman Douglas High School di Parkland, in Florida, da un autista Uber. Poco dopo gli studenti e gli insegnanti sentirono colpi di arma da fuoco e attivarono il "codice rosso". Cruz azionò l'allarme incendio indossando una maschera antigas e portando granate fumogene. Era armato con un fucile d'assalto AR-15 e diversi caricatori: iniziò a sparare indiscriminatamente verso studenti e personale scolastico, scegliendo tuttavia con cura i suoi bersagli, tutte persone che conosceva bene, per poi uscire mescolandosi tra la folla in fuga. Si recò quindi presso un supermarket vicino, dove comprò una bibita. Poi andò da McDonald's. Fu arrestato un paio d'ore dopo a Coral Springs, dopo essere stato identificato dalle telecamere di sicurezza della scuola. Furono uccise in tutto diciassette persone. Molti altri vennero feriti, tra cui almeno quattordici che vennero trasportati negli ospedali vicini: tre rimasero in condizioni critiche per diversi giorni. Delle diciassette vittime, dodici morirono dentro la scuola, due all'esterno dell'edificio, una sull'ambulanza e altre due all'arrivo in ospedale. La strage riaccese il dibattito all'interno degli Stati Uniti sul possesso delle armi da fuoco. Proprio per promuovere un maggior controllo in materia, gli studenti della scuola organizzarono a Washington la March for Our Lives, una manifestazione che vide partecipare circa 500.000 persone.