Usa, La"Big lie" alla seconda udienza della Commissione d'inchiesta sull'assalto al Congresso americano
14 giugno 2022, ore 08:40
Alla seconda udienza pubblica della commissione d'inchiesta sui fatti del 6 gennaio 2021 sono state raccolte le testimonianze sulla "Grande menzogna", sostenuta dall'allora presidente Trump, di presunti brogli elettorali. "Fu Rudy Giuliani, visibilmente ubriaco, a convincere il Tycoon a proclamare la vittoria", ha dichiarato l'ex campain manager, Bill Stepien
La seconda udienza pubblica della commissione d’inchiesta parlamentare sull’assalto a Capitol Hill si è concentrata sulla Big Lie, "la Grande menzogna" sul voto rubato che avrebbe impedito all’allora presidente Donald Trump di restare alla guida del Paese. Fu proprio il Tycoon, secondo le diverse testimonianze raccolte, ad alimentare la rabbia dei manifestanti che attaccarono il Congresso, nonostante il suo entourage fosse convinto che non ci fossero state irregolarità. "Oggi vi racconteremo la storia di come Donald Trump, pur sapendo di aver perso le elezioni, decise di lanciare un attacco alla nostra democrazia e al popolo americano, tentando di rubare la vostra voce e accendendo la miccia che ha portato alle orribili violenze del 6 gennaio", ha esordito il presidente della commissione Bennie Thomson. Sulla stessa linea la vice presidente della commissione Liz Cheney:” Il team legale della campagna di Trump sapeva che non c'era alcun argomento legittimo, alcuna frode, alcuna irregolarita' o altro per ribaltare l'esito delle elezioni ma, nonostante questo, il presidente ando' avanti col suo piano”.
"Giuliani ubriaco"
La tesi sarebbe confermata da quanto sostenuto dall’ex campaign manager di Donald Trump, Bill Stepien, che decise di dimettersi perché convinto che affermare che ci fossero stati brogli non fosse “necessariamente onesto e professionale”. Secondo Stepien, così come secondo l’ex consigliere Jason Miller, fu l'avvocato di Donald Trump, Rudy Giuliani, "apparentemente ubriaco", a suggerire all'allora presidente di dichiarare vittoria durante lo spoglio elettorale nonostante l'incertezza e, anzi, il delinearsi della vittoria di Joe Biden. Devastante anche la testimonianza registrata dell’ex ministro della Giustizia William Barr, che ha dichiarato di non aver trovato prove delle presunte irregolarità: “Ero in qualche modo demoralizzato perché pensavo, 'Ragazzi, se crede davvero a queste cose ha perso il contatto, si è distaccato dalla realtà se crede davvero a queste cose”. Che non ci fossero state irregolarità è confermato dai 61 ricorsi elettorali respinti sui 62 presentati dai legali di Trump, la meta' in fase procedurale, l'altra meta' nel merito perche' "le accuse non erano supportate da prove", come ha testimoniato Benjamin Ginsberg, avvocato repubblicano esperto di questioni elettorali che gioco' un ruolo chiave nel riconteggio dei voti in Florida nella disputa elettorale Bush-Gore nel 2000.
"Una caccia alle streghe a senso unico"
L’ex presidente americano, sul suo social Truth, ha usato parole di fuoco contro i lavori della Commissione d’inchiesta:” Questa caccia alle streghe a senso unico e' una vergogna per l'America. Non si sarebbe mai dovuto consentire che accadesse”, ha dichiarato Trump, puntando il dito anche contro l’ ex ministro della Giustizia William Barr che, a suo avviso, non avrebbe avuto il coraggio di perseguire le frodi elettorali per paura di esser messo sotto impeachment.
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