Usa, rivolta per le strade e sui social dopo che l'agente che uccise Breonna Taylor è stato incriminato per negligenza
Usa, rivolta per le strade e sui social dopo che l'agente che uccise Breonna Taylor è stato incriminato per negligenza
24 settembre 2020, ore 15:00
Per la giovane afroamericana, morta nel Kentucky, mobilitazione generale dalle stelle di Hollywood a quelle dello sport
Breonna Taylor aveva 26 anni ed è stata uccisa dalla polizia nel marzo scorso a Louisville, nel Kentucky. La vicenda dell'afroamericana è diventata uno dei simboli del movimento Black Lives Matter. Per la sua morte è stato incriminato solo un agente, accusato però non di omicidio, ma di negligenza per aver messo a rischio la vita dei vicini di casa. La decisione del gran giurì ha scatenato proteste per le strade e sui social.
Da Hollywood al basket insieme per Breonna
Le star del cinema, della musica e dello sport, dopo la decisione del giudice, si sono unite in una protesta unanime. "Vergognati Kentucky. Breonna Taylor merita giustizia", ha detto il cantante Justin Bieber. Duro anche George Clooney, che è nato proprio nel Kentucky. "Breonna Taylor è stata uccisa nel suo letto da tre agenti bianchi- ha affermato l'attore - e nessuno è stato incriminato per la sua morte". La star più importante della tv americana, Oprah Winfrey, ha scritto su Twitter: "Il mio cuore è con Tamika Palmer, che dovrà ricordarsi ogni giorno che la sua bambina non tornerà a casa". "Sono senza parole - ha twittato la star Nba LeBron James - sono devastato. Volevamo giustizia per Breonna e abbiamo avuto giustizia per i muri dell'appartamento dei vicini e non per la sua vita".
La rivolta a Louisville
Dopo la decisione del gran giurì, a Louisville è esplosa la rivolta per le strade. Due agenti sono stati feriti a colpi d'arma da fuoco, ma non sono in condizioni critiche. Uno dei poliziotti è stato sottoposto a un intervento chirurgico. L'uomo che ha sparato è stato fermato, ma la situazione in città resta molto tesa. Cento persone sono state arrestate e il presidente americano, Donald Trump, è intervenuto in difesa della polizia. "Preghiamo per i due agenti feriti da colpi di arma da fuoco a Louisville - ha scritto il capo della Casa Bianca - il governo federale è con voi ed è pronto ad aiutare. Ho parlato con il governatore del Kentucky, Andy Beshear, e siamo pronti a lavorare insieme immediatamente". Il candidato democratico alla presidenza, Joe Biden, ha detto che, anche nel mezzo del profondo dolore e della rabbia per la decisione, la violenza non può mai essere la risposta. E ha poi aggiunto di pregare per gli agenti feriti.
La vicenda di Breonna
L'agente incriminato rischia fino a 15 anni per condotta negligente e pericolosa, ma non è stato accusato dell'omicidio della giovane. A lui si contesta il fatto di aver sparato in direzione di un appartamento nelle vicinanze, mettendo a rischio la vita di altre persone. Gli altri due poliziotti coinvolti nella vicenda non sono stati incriminati. Tutto è accaduto nel mese di marzo. La polizia ha fatto irruzione in piena notte nella casa della ragazza, che stava dormendo con il suo fidanzato. Non avendo capito cosa stesse accadendo e non avendo riconosciuto la polizia, il fidanzato di Breonna Taylor, Kenneth Walker, ha sparato a una gamba a uno degli agenti. I tre poliziotti hanno risposto esplodendo 32 colpi di arma da fuoco, molti dei quali hanno raggiunto la ragazza uccidendola. Secondo il gran giurì, la reazione degli agenti è giustificata perché Walker ha sparato per primo. Il legale della famiglia Taylor, Ben Crump, ha definito offensiva la decisione del giudice. Soddisfatti, invece, i legali dei tre agenti che fecero irruzione nella casa in cui avvenne la sparatoria.