27 giugno 2017, ore 11:56
Il presidente della Repubblica Mattarella ha parlato di ferita ancora aperta e ha chiesto di accertare la verità
La sera del 27 giugno 1980 un DC 9 della compagnia Itavia decolla da Bologna diretto a Palermo. A bordo ci sono 81 persone: 77 passeggeri e 4 membri dell’equipaggio. 81 innocenti che si trovano al posto sbagliato nel momento sbagliato. Quando l’aereo sta già scendendo verso Punta Raisi, si disintegra in volo al largo dell’isola di Ustica. L’ipotesi più accreditata è che sia stato colpito da un missile, sparato per errore durante una esercitazione o una vera e propria battaglia internazionale. Sono gli anni di forte tensione con la Libia di Gheddafi. Seguono anni di bugie, vergognosi depistaggi, morti sospette, inchieste e condanne, anche all’interno dell’Aeronautica Militare, che ha eretto il celebre muro di gomma. Tutto per coprire una verità, che dopo 37 anni non è ancora chiara, anche se qualcosa si è intuito. Il presidente della Repubblica Mattarella ha parlato di ferita ancora aperta e ha chiesto di accertare la verità. Il presidente del Senato Grasso ha puntato il dito contro le innegabili opacità che hanno impedito una ricostruzione complessiva degli eventi di quella notte.