Valery Gergiev e il tesoro di Milano, il direttore d'orchestra che non ha tradito Putin ha case per 150 milioni di euro
Valery Gergiev e il tesoro di Milano, il direttore d'orchestra che non ha tradito Putin ha case per 150 milioni di euro
02 marzo 2022, ore 18:00
In Italia possiede un patrimonio immobiliare che comprende una ventina di palazzi nel capoluogo lombardo e anche proprietà a Venezia e sulla Costiera Amalfitana
Il direttore d’orchestra russo Valery Gergiev, allontanato dal Teatro alla Scala, dalla Münchner Philharmoniker e dagli altri ingaggi in giro per l’Europa perché si è rifiutato di prendere le distanze dall’offensiva militare in Ucraina del presidente suo amico Vladimir Putin, in Italia, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, ha un tesoro immobiliare da oltre 150 milioni di euro e, in particolare a Milano, almeno venti palazzi che ora ha messo sul mercato, mentre sta costruendosi una villa molto lussuosa nella città dell’Ossezia settentrionale di cui è originario.
L’eredità di Yoko Nagae
Il direttore d'orchestra ha ereditato un quarto delle fortune dell’artista e mecenate giapponese Yoko Nagae. A sua volta, la filantropa scomparsa nel 2015, ammiratrice incondizionata di Gergiev, ha una storia incredibile. Nel 1960 vinse, primo caso in Giappone, una borsa di studio del Governo italiano per andare a Venezia a perfezionarsi nell’arpa. Lì venne notata dal facoltoso industriale milanese, di trent’anni più anziano, Renzo Ceschina, che se ne innamorò a prima vista e nel 1977 la sposò. Cinque anni dopo, nel 1982, l’imprenditore della farmaceutica, che durante la guerra, con la Ceschina sanitari, fece fortuna vendendo bende, morì lasciando tutto alla Nagae che per anni finanziò, da filantropa, artisti e musicisti.
Case e palazzi in Italia
Dopo cause in tribunale dei parenti del Ceschina, negli ultimi anni, i giudici divisero in quattro parti il patrimonio immobiliare. A Gergiev finirono una ventina di immobili a Milano, oltre 20 mila metri quadrati di proprietà, più altri beni tra cui una villa in Costiera Amalfitana, con tanto di rovine romane e torre aragonese nel giardino, e a Venezia Palazzo Barbarigo a San Vio, il caffè Quadri e alcuni negozi di piazza San Marco. A Milano il direttore d'orchestra possiedeva i prestigiosi palazzi in via Mercato 28 e via Arco 2, ceduti di recenti, e ha ancora, invece, numerosi altri edifici, più 8 mila metri quadrati a Segrate, con affaccio sul laghetto Cava, e un'enorme cascina-villa padronale, trascurata, sull’Alzaia Naviglio Pavese. Alcune proprietà sono già vuote, altre hanno a tutt’oggi gli affittuari, ma sono comunque quasi tutte pronte per essere cedute.