Venezia 72, Valeria Golino, madre coraggio
12 settembre 2015, ore 08:48 , agg. alle 09:04
L'attrice offre una interpretazione intensa in "Per amor vostro"
Valerio Golino non è mai stata così brava e intenso come in "Per amor vostro", il film di Giuseppe Gaudino che ha chiuso il concorso della 72esima Mostra del Cinema di Venezia. E già qualcuno si domanda se dopo Alba Rohrwacher lo scorso anno, ci sarà un'altra Coppa Volpi italiana. Non sarebbe uno scandalo. Valeria Golino interpreta Anna, napoletana, donna generosa, madre di tre figli, di cui uno sordo.
Lavora per una società di produzione televisiva, è la gobbista. Viene corteggiata dall’attore (Adriano Giannini), deve difendersi dal marito (Massimiliano Gallo), un poco di buono dai guadagni illeciti e dai metodi violenti. Deve imparare a giostrarsi tra le tante pressioni e i mille cattivi pensieri. Se non fosse una specie di santa, Anna si sarebbe già persa.
"Mi sono rifatta alla madre giocosa di The Tree of Life di Terrence Malick – ha confessato la moglie di Riccardo Scamarcio -. “Anna è una capasciacqua, una testavuota. Un personaggio complesso, sfaccettato cui ho dato tanto, anche quello che non avrei voluto. C’è stato un momento in cui io e il mio personaggio ci siamo profondamente toccate.” Che cosa le ha lasciato in eredità? “Moltissime cose. Qualche mese fa pensavo che mi avesse reso più fragile, insicura. Avevo paura di non aver dato a Gaudino tutto quello che desideravo. Ma oggi, dopo tante porte sbattute in faccia e tutte le difficoltà per realizzare il film, sono solo felice”. E poi c’è Napoli, la sua Napoli: “Avevo girato nella città in cui sono nata due film, La guerra di Mario di Capuano e La Kryptonite nella borsa di Cotroneo. Napoli è un veicolo perfetto della storia, una città che è un recipiente dell’immaginario, accoglie tutto, il bene e il male, un luogo estremo potente che Gaudino riporta quasi come un girone dantesco".
Di Gianluca Arnone e CINEMATOGRAFO.IT per tutte le info consulta la scheda completa
"Mi sono rifatta alla madre giocosa di The Tree of Life di Terrence Malick – ha confessato la moglie di Riccardo Scamarcio -. “Anna è una capasciacqua, una testavuota. Un personaggio complesso, sfaccettato cui ho dato tanto, anche quello che non avrei voluto. C’è stato un momento in cui io e il mio personaggio ci siamo profondamente toccate.” Che cosa le ha lasciato in eredità? “Moltissime cose. Qualche mese fa pensavo che mi avesse reso più fragile, insicura. Avevo paura di non aver dato a Gaudino tutto quello che desideravo. Ma oggi, dopo tante porte sbattute in faccia e tutte le difficoltà per realizzare il film, sono solo felice”. E poi c’è Napoli, la sua Napoli: “Avevo girato nella città in cui sono nata due film, La guerra di Mario di Capuano e La Kryptonite nella borsa di Cotroneo. Napoli è un veicolo perfetto della storia, una città che è un recipiente dell’immaginario, accoglie tutto, il bene e il male, un luogo estremo potente che Gaudino riporta quasi come un girone dantesco".
Di Gianluca Arnone e CINEMATOGRAFO.IT per tutte le info consulta la scheda completa
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