Venezia 81, al via domani la Mostra del Cinema 2024. Che edizione sarà?

Venezia 81, al via domani la Mostra del Cinema 2024. Che edizione sarà?

Venezia 81, al via domani la Mostra del Cinema 2024. Che edizione sarà?


Tra i titoli più attesi c’è Joker 2, il nuovo film di Guadagnino e Almodovar, senza dimenticare Tim Burton

Festa, parata e spettacolo. Un elefante che sbarca in Laguna, attraversando i canali veneziani. Un pachiderma che irrompe sulla locandina variopinta e diventa quasi un biglietto da visita di ciò che, forse, sarà. Si inizia domani con l’81esima edizione della Mostra del Cinema che sarà di scena al Lido fino al prossimo 7 settembre. Una selezione molto interessante stilata dall’inossidabile Alberto Barbera, che dal 2012 regna sul trono della direzione artistica della kermesse. Cosa ci dobbiamo aspettare dall’edizione del 2024? Chi sarà l’erede di Povere Creature che lo scorso anno si aggiudicò il Leone d’oro?

VENEZIA 2024, L’ARIA DEL TEMPO

Sicuramente sarà l’anno di Hollywood, che torna con prepotenza dopo il digiuno a cui ci aveva costretto nel 2023 a causa degli scioperi che avevano bersagliato l’industria americana. Ecco quindi che tornano a calcare il red carpet star del calibro di Brad Pitt, George Clooney, Angelina Jolie, Nicole Kidman, Joaquin Phoenix, Lady Gaga e Michael Keaton. La Mostra 2024 proverà ad intercettare a mettere in scena l’aria del tempo, e quindi i grandi scenari della contemporaneità con particolare attenzione alle guerre in corso, al ritorno sfrenato dei populismi, delle derive autoritarie e del suprematismo bianco. Ma sarà anche una edizione che tenterà di riportare al centro del cinema la sessualità e l’erotismo, riflettendo sui rapporti estremi come il sadomasochismo e la pornogrfia. Spazio anche alla crisi della famiglia, all’assenza dei riferimenti per giovani, sempre più condannati a trovare nuovi spunti e nuovi riferimenti a cui aggrapparsi. E a proposito di giovani, sono tanti gli esordienti e i nomi all'inizio della carriera che saranno presenti nelle varie sezioni, segno di un cinema che vuole mutare verso il futuro e verso le nuove leve. Stando a quanto ha promesso Barbera, Venezia 81 non tradirà anche una certa predilezione per il rinnovamento estetico e linguistico nei vari titoli che sfileranno al Lido, non trascurando anche forme inedite o comunque inusuali e sperimentali.

CINEMA E SERIE TV, DUE PRODOTTI DAI CONFINI SFUMATI

Tra le novità dell’edizione di quest’anno ci sono anche le serie tv, create da grandi maestri dell’arte cinematografica che si confrontano con una tela più piccola ma non meno importante, quella appunto dello schermo televisivo. L’esempio più lampante è Alfonso Cuaron (che a Venezia vinse con Roma nel 2018) che presenterà nella sua interezza Disclaimer, sette episodi che vedono nel cast anche Cate Blanchett. Ma che rapporto c’è tra la kermesse veneziana e le serie tv? I precedenti alla Mostra ci sono, clamorosi e cult come "Berlin Alexanderplatz". Correva l'anno 1980 e per intero (14 episodi) il Festival ospitò l'opera di Rainer Werner Fassbinder tratta dal romanzo del 1929 di Alfred Döblin. E poi ancora l'ormai classico "Heimat" di Edgar Reitz che incollò gli spettatori nel 1984 per 924 minuti, per proseguire con "Il decalogo" di Kieslowski che nel 1989 fece conoscere il regista polacco con lodi persino da sua maestà Stanley Kubrick. Ma non solo Venezia. Anche il Festival di Cannes ha esempi come l'evento "L'arte della gioia" di Valeria Golino di quest'anno e nel 2003 "La Meglio Gioventù" di Marco Tullio Giordana, sei ore di cinema di altissimo livello e di storia italiana. Senza dimenticare il nostro Bellocchio che proprio alla kermesse francese portò la sua serie su Aldo Moro. Ora Venezia che, come sottolinea il suo direttore artistico, non è affatto impermeabile al suo tempo, si lancia sulla serialità d'autore, anche perché ormai fa parte in tutto e per tutto nella dieta degli spettatori di oggi. Alcuni prodotti pensati per la televisione o per le piattaforme streaming rispettano standard linguistici e estetici veramente notevoli, tanto da elevarsi quasi a film, come se fosse un aggettivo superlativo. Non ci sarebbe da stupirsi se tra qualche anno un prodotto seriale potesse addirittura vincere il Leone d’oro. Sarebbe una bella rivoluzione che potrebbe non essere poi così lontana.

LA BANDIERA ITALIANA A VENEZIA 81

Non poteva mancare l’Italia nel menù della competizione. Ritorna Gianni Amelio con “Campo di Battaglia”, pellicola che vede nel cast Alessandro Borghi e Gabriel Montesi nel ruolo di due amici d'infanzia, medici militari su fronti ideologici opposti sulla guerra. La storia è ambientata nell'ultimo anno del primo conflitto mondiale, l'anno di Caporetto e della febbre spagnola. Il regista torna al Lido dopo il passaggio de Il signore delle formiche del 2022 e si può considerare quasi il nostro portabandiera vista anche la caratura e il prestigio della sua carriera. Dalla prima alla seconda guerra mondiale con “Vermiglio”, secondo film di Maura Delpero, con Tommaso Ragno. La pellicola racconta con codici narrativi che evocano la lezione di Ermanno Olmi, la storia di una comunità e di una famiglia quando nell'ultimo anno del conflitto arriva un soldato disertore a far perdere la quiete nel momento stesso in cui il mondo ritrova la pace. Tra gli altri titoli nostrani al Lido quest’anno troviamo “Queer” di Luca Guadagnino, il più internazionale dei nostri autori. Girato a Cinecittà e tratto dal romanzo di William S. Burroughs vede nel cast Daniel Craig in un ruolo che promette di restare impresso nella nostra memoria. La pellicola racconta una storia ambientata negli anni '50 a Città del Messico in cui il quarantenne americano William Lee tesse la tela amorosa intorno all'ambiguo Eugene Allerton, un giovane studente appena arrivato in città. Barbera lo ha definito il miglior Guadagnino, alzando di molto l’aspettativa sulla pellicola. Il regista è un veterano della Mostra. Nel 2022 ha vinto il Leone d’argento con “Bones and All”, mentre lo scorso anno ha sfiorato il Lido con il suo “Challengers”, poi slittato in avanti per colpa degli scioperi. Seconda regista tra i cinque italiani del concorso Giulia Loiuse Steigerwalt dopo “Settembre” porta al Lido “Diva Futura”, la storia dell'incredibile avventura dell'agenzia di pornostar fondata da Riccardo Schicchi negli anni Ottanta, che lanciò fenomeni come Ilona Staller e Moana Pozzi: nel cast Pietro Castellitto, Barbara Ronchi. Poi c'è “Iddu” di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza che con una chiave grottesca racconta una storia ispirata alla vita di Matteo Messina Denaro, il boss mafioso morto 8 mesi dopo la cattura: Elio Germano è il super latitante ossessionato dalla figura paterna, mentre Toni Servillo è il fiancheggiatore che si presta con i servizi segreti a tradirlo. Nel cast anche Barbora Bobulova e Fausto Russo Alesi.

VENEZIA 81, MAGIA, FASCINO E PERDIZIONE

Almodovar in lingua inglese che corre per il Leone, Tim Burton che torna ad avere fiducia nel cinema e Joker 2 che vuole dividere e infiammare la platea. E poi ci sono le sorprese, quei titoli meno rumorosi che magari dopo il passaggio in sala sorprendono e superano i nomi più blasonati e chiacchierati. Il cinema è per antonomasia meraviglia e sconcerto. Magia, fascino e perdizione. Una porta verso la fantasia, un viaggio verso l’ignoto che sul grande schermo diventa visibile e quasi tangibile. E a Venezia tutto questo è centuplicato.



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