Venezia 81, Campo di Battaglia: Gianni Amelio scava nel passato trovando il presente

Venezia 81, Campo di Battaglia: Gianni Amelio scava nel passato trovando il presente

Venezia 81, Campo di Battaglia: Gianni Amelio scava nel passato trovando il presente   Photo Credit: Ufficio Stampa Biennale Cinema


31 agosto 2024, ore 19:00

Il regista è il primo italiano in concorso che corre per portare a casa il premio più ambito della Mostra

Guerra e pandemia. Sembra di leggere il titolo di un quotidiano di oggi e invece, nel film di Gianni Amelio presentato oggi alla Mostra del Cinema, siamo nel 1918. Campo di battaglia arriva due anni dopo Il signore delle formiche, quel bellissimo film su Aldo Braibanti che l’autore portava proprio a Venezia nel 2022 e che forse con questa sua ultima fatica cinematografica non riesce ad eguagliare.


LA TRAMA

Cos’è meglio salvare una vita o salvare in integrità organica? Sembra questa una delle tante domande che si pone la pellicola. Siamo sul finire della Prima guerra mondiale. Due ufficiali medici amici d’infanzia lavorano nello stesso ospedale militare, dove ogni giorno arrivano dal fronte i feriti più gravi. Molti di loro però sono impostori che si sono procurati da soli le ferite e che farebbero di tutto per non tornare a combattere. Stefano, di famiglia altoborghese, con un padre che sogna per lui un avvenire in politica, è ossessionato da questi autolesionisti e, oltre che il medico, fa a suo modo lo sbirro. Giulio, apparentemente più comprensivo e tollerante, è a disagio alla vista del sangue, è più portato per la ricerca e avrebbe voluto diventare un biologo. Anna, amica di entrambi dai tempi dell’università, fa la volontaria alla Croce Rossa: un duro lavoro che affronta con determinazione, consapevole che è il prezzo che sta pagando per il fatto di essere una donna. Qualcosa di strano accade intanto tra i malati: molti si aggravano misteriosamente. È possibile che qualcuno stia provocando di proposito complicazioni alle loro ferite, perché i soldati vengano mandati a casa, anche storpi, anche mutilati, pur di non farli tornare al campo di battaglia. Nell’ospedale c’è dunque un sabotatore, di cui Anna è la prima a sospettare. Ma sul fronte di guerra, proprio verso la fine del conflitto, si diffonde una specie di infezione che colpisce più delle armi nemiche. E presto contagia anche la popolazione civile.


NON UN FILM DI GUERRA MA SULLA GUERRA

Amelio mette in scena una storia urgente che vuole ribadire ancora una volta gli effetti disastrosi che la guerra produce sull’essere umano. Lo fa chiudendosi letteralmente in ospedale, abdicando agli spazi aperti e alle trincee, ma raccontando il contrasto tra umanità e disumanità che si cela nella corsia medica. “Le immagini di guerra sono usurate” ha affermato Amelio in conferenza stampa parlando della sua non come una storia di guerra ma come una pellicola sulla guerra. Il film è dominato da una polifonia di dialetti, dove gli unici a cui è concesso un accenno di italiano sono i medici che comunque non rinunciano alle influenze dialettali.

L’idea che il campo di battaglia che dà il titolo al film resti fuori dal campo visivo del racconto non era affatto male, sottraendo alla pellicola il rischio di reiterare scene e sequenze già viste. Sfortunatamente però Amelio non crea una valida alternativa dal punto di vista estetico, restando per tutta la durata della pellicola piuttosto monotono e scarno. Quell’idea geniale di montaggio segmentato e sfaccettato che Amelio aveva trovato nel film precedente è quel guizzo creativo e ludico che manca alla nuova pellicola. Campo di battaglia appare sostanzialmente un passo indietro, un progetto minore di un grande autore che però continua a mettercela tutta per dare linfa al cinema italiano. Ma soprattutto al regista bisogna riconoscere la straordinaria dote di direzione degli attori. Nei suoi film i grandi interpreti e i grandi nomi del panorama attuale sono ancora più grandi e riescono a regalare performance memorabili. Ricorderete sicuramente Pierfrancesco Favino in Hammamet. Qui in Campo di Battaglia troviamo uno strepitoso Alessandro Borghi, medico eroe che mostra tutta la fragilità e la forza del personaggio.



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