Venezia 81, Iddu: Matteo Messina Denaro come scusa per raccontare l’Italia
05 settembre 2024, ore 19:30
Nel cast della pellicola anche due pezzi da novanta del nostro cinema come Toni Servillo e Elio Germano
La Mostra del Cinema di Venezia 2024 arriva alle battute finali. Ultimo film italiano in concorso è Iddu, diretto dal duo Fabio Grassadonia e Antonio Piazza. Nel cast della pellicola, liberamente ispirata alla figura di Matteo Messina Denari, anche due pezzi da novanta del nostro cinema come Toni Servillo e Elio Germano. L’idea iniziale di questo film è nata dalla lettura dei numerosi pizzini ritrovati nel corso della lunga latitanza del capomafia, hanno dichiarato i due autori della pellicola. Queste lettere però trascendevano la funzione pratica di comunicazione criminale e lasciavano emergere aspetti della sua personalità e la natura del mondo tragico e ridicolo che intorno a lui volteggiava spericolatamente.
LA TRAMA IN BREVE
Sicilia, primi anni Duemila. Dopo alcuni anni in prigione per mafia, Catello, politico di lungo corso, ha perso tutto. Quando i Servizi segreti italiani gli chiedono aiuto per catturare il suo figlioccio Matteo, ultimo grande latitante di mafia in circolazione, Catello coglie l’occasione per rimettersi in gioco. Uomo furbo dalle cento maschere, instancabile illusionista che trasforma verità in menzogna e menzogna in verità, Catello dà vita a un unico quanto improbabile scambio epistolare con il latitante, del cui vuoto emotivo cerca di approfittare.
Un azzardo che con uno dei criminali più ricercati al mondo comporta un certo rischio.
UNA SCUSA PER DIRE ALTRO
“La realtà è un punto di partenza, non una destinazione”. Si apre con questa frase Iddu, la pellicola di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza. Sembra quasi una dichiarazione d’intenti e in effetti il film si comporta proprio così. Si prende un momento della latitanza del boss per poi imbastire una storia di pura finzione. Iddu è un film con molti ingredienti, forse troppi. La parte più efficace è proprio il rapporto a distanza fra Messina Denaro e l’altro personaggio, grazie anche alla bravura di Germano e Servillo. Diciamo che è "la parte tragedia greca", il registro nel quale gli autori si trovano meglio (l'avevano ampiamente dimostrato nei primi due film).