Venticinque anni fa il genocidio in Ruanda fece 800mila vittime
07 aprile 2019, ore 15:00 , agg. alle 20:56
I Ruandesi meritano il sostegno e la solidarietà della comunità internazionale, ha dichiarato Federica Mogherini
Ricorre oggi il venticinquesimo anniversario del genocidio in Ruanda, uno dei più tragici e sanguinosi eventi che hanno colpito l’Africa nel secolo scorso. Il 7 aprile del 1994, infatti, iniziò il barbaro conflitto tra Hutu e Tutsi, le due etnie presenti nel paese: per circa 100 giorni gli Hutu, etnia maggioritaria e al potere, massacrarono circa un milione di Tutsi. Il genocidio avveniva sotto gli occhi, un po’ distratti e un po’ indifferenti, della comunità internazionale. Il genocidio ruandese si considera ufficialmente concluso con l’Opération Turquoise – l’operazione turchese – intrapresa dai francesi sotto l’egida delle Nazioni Unite. Ma fu anche l’attuale presidente, Paul Kagame, a svolgere un ruolo chiave nella fine della guerra civile tra i due “schieramenti etnici”. Ad oggi il Ruanda è un paese ancora traumatizzato da quello che è successo, ma che negli ultimi anni ha vissuto una crescita economica che però non è andata di pari passo con quella della democrazia. "In questa giornata ci uniamo alla commemorazione e rendiamo omaggio agli oltre 800.000 uomini, donne e bambini che hanno perso la vita" ha dichiarato l’alto rappresentante dell'Unione Europea per gli affari esteri Federica Mogherini.