Verso i David di Donatello 2024, C’è ancora domani di Paola Cortellesi: la speranza del cinema italiano
09 aprile 2024, ore 08:00
Oltre 36 milioni di euro al botteghino, il trionfo alla Festa del Cinema di Roma e ben 19 nomination ai David
Il viaggio verso i David di Donatello è finalmente cominciato. Ora che sono state rese note le candidature della 69esima edizione del premio più prestigioso del cinema italiano, parte il conto alla rovescia per scoprire quali film riusciranno a portare a casa l’ambita statuetta. Esattamente come avvenuto per il Premio Oscar, proponiamo una rassegna di articoli per approfondire tutti e cinque i film che hanno ricevuto la candidatura per la categoria più importante, ossia quella del miglior film. Quest’anno troviamo il folgorante esordio alla regia di Paola Cortellesi “C’è ancora domani”, la quintessenza di Nanni Moretti nel suo “Il sol dell’avvenire”, il viaggio onirico de “La Chimera” di Alice Rohrwacher, l’odissea epica e tragica di Matteo Garrone in “Io Capitano” e infine il dramma storico dell’inossidabile Marco Bellocchio con il suo “Rapito”. Per cominciare la nostra rassegna partiamo dal fenomeno cinematografico della passata stagione. Oltre 36 milioni di euro al botteghino, il trionfo alla Festa del Cinema di Roma e ben 19 nomination ai David. Paola Cortellesi e il suo “C’è ancora domani” segnano la storia del nostro cinema.
LA TRAMA DEL FILM IN BREVE
Ambientato nella seconda metà degli anni '40 a Roma, racconta la storia di Delia (Paola Cortellesi), sposata con Ivano (Valerio Mastandrea), da cui ha avuto tre figli. La donna riveste esclusivamente i ruoli di moglie e madre e tanto basta per definirla.
La Capitale è divisa in due: da una parte c'è la spinta positiva, data dalla Liberazione; dall'altra, invece, le macerie che la guerra si è lasciata alle spalle. Ivano è il capofamiglia, nonché capo supremo e padrone, che lavora duramente per portare qualche soldo a casa. Non perde mai l'occasione per sottolineare la cosa, talvolta con un tono sprezzante e altre volte affermandolo direttamente tramite l'uso della cinghia. L'unica persona per cui nutre rispetto è quella canaglia di suo padre, noto come il Sor Ottorino (Giorgio Colangeli), un anziano rancoroso e spesso tirannico, di cui Delia si occupa come se fosse la sua badante. L'unica in grado di recare sollievo alla donna è l'amica Marisa (Emanuela Fanelli), con la quale si lascia andare a qualche momento di leggerezza e di confidenze intime. Con l'arrivo della primavera l'intera famiglia è in fermento per il prossimo fidanzamento della primogenita, Marcella (Romana Maggiora Vergano). La giovane spera di convolare a nozze con un bravo ragazzo, proveniente dal ceto borghese, Giulio (Francesco Centorame), liberandosi così dal peso della sua famiglia imbarazzante. Anche Delia ripone le stesse speranza di sua figlia, nonostante abbia accettato per sé la vita che le è toccata, aspira a un matrimonio con un buon partito per sua figlia. Quando le giunge, però, una misteriosa lettera, un forte coraggio nascerà nella donna madre e moglie, determinata a rovesciare quei piani fino ad allora prestabiliti e poter finalmente immaginare un futuro migliore, non soltanto per sé stessa.
C’E ANCORA DOMANI, DI NOME E DI FATTO
Si parte come Sophia Loren in quella Giornata Particolare di Ettore Scola per poi proseguire sulle orme della Magnani. Paola Cortellesi mette in scena una storia di coraggio e speranza, con quella tenera leggerezza, così innocente e delicata da arrivare a tutti. C’è ancora domani è una commedia che trasuda neorealismo da tutti i pori, che sposa il clima tipico del cinema di quell'epoca, tranne poi tradirne volutamente i connotati nella forma e talvolta anche nella messa in scena. Come nella migliore tradizione italiana, anche in questo caso la Cortellesi sceglie di raccontare il passato come scusa per influenzare il presente e ridisegnare il futuro. Un'operazione in perenne oscillazione tra ricostruzione storica e revisionismo stilistico dove elementi dissonanti e apparentemente inconciliabili trovano ragion d’essere senza mai stonare. Il neorealismo che dialoga con brani musicali contemporanei e pop, e una narrazione che per cercare di edulcorare i momenti più violenti sceglie la via del musical con piccoli siparietti di canto e ballo. Grazia e innocenza in un racconto in bianco e nero che fa di tutto per evitare di cadere nella banalità, trovando sempre soluzioni interessanti e talvolta inedite. Un urlo forte e potente a tutte le donne, un inno di incoraggiamento a non abbassare mai la testa, continuando la lotta senza fine per i propri diritti. Una presa di posizione sia narrativa, e quindi intarsiata nel racconto, ma che sconfina anche a livello registico. Finalmente, sempre più donne italiane si guadagnano il timone creativo di progetti così ambiziosi e interessanti. Nel film della Cortellesi c’è speranza. Tanta. Lo si capisce fin dal titolo, C’è ancora domani che, oltre a riprendere una frase pronunciata dalla stessa attrice nel terzo atto, invita a sperare nel futuro, spronando lo spettatore (in modo particolare le spettatrici) a non arrendersi mai. C’è ancora domani per tutte le giovani donne che vogliono diventare registe. C’è ancora domani per tutte le donne che rivendicano i loro diritti e le loro libertà. Ma soprattutto c'è ancora domani per il nostro cinema che con Paola Cortellesi ci ha ricordato che è vivo e lotta insieme a noi.