Verso le elezioni americane, il 48% voterebbe per Trump, Biden in crisi
Verso le elezioni americane, il 48% voterebbe per Trump, Biden in crisi Photo Credit: foto agenzia fotogramma.it
03 marzo 2024, ore 08:00
Quasi la metà degli americani, pensa che l'economia versi in pessime condizioni e il 48% voterebbe per Donald Trump il prossimo 4 novembre
Quasi la metà degli americani ritengono che le politiche di Joe Biden li abbiano danneggiati, la maggioranza pensa che l'economia versi in pessime condizioni e il 48% voterebbe per Donald Trump il 4 novembre. Mancano otto mesi alle elezioni e pochi giorni dal Super Tuesday e dal discorso sullo Stato dell'Unione, l'ultimo sondaggio del New York Times piomba come un macigno sul weekend del presidente a Camp David. Una rilevazione impietosa che evidenzia la più alta frustrazione nei confronti di Biden da tre anni a questa parte. Il sondaggio del quotidiano in collaborazione con Siena contiene una serie di segnali allarmanti per il partito democratico e il suo leader.
Le difficoltà del presidente
La difficoltà del presidente Biden a raccogliere il voto di donne, afroamericani e ispanici, tradizionalmente elettori dei dem. Nonostante Biden stia correndo praticamente da solo in queste primarie sono tanti gli elettori del partito, soprattutto under 45, che ritengono il presidente 81enne non adatto alla candidatura e ad altri quattro anni alla Casa Bianca. Infine, l'incapacità del commander-in-chief di unire attorno a sé elettori e partito, laddove il rivale Trump ha una quasi totale presa sui repubblicani con il 97% di coloro che lo hanno votato quattro anni fa pronti a sostenerlo di nuovo e il 10% di chi aveva scritto il nome di Biden pronto a scegliere il tycoon.
I numeri
Numeri alla mano, il 48% degli americani voterebbe per l'ex presidente contro il 43% per l'inquilino della Casa Bianca e il 47% che "disapprova fortemente" il suo operato, la percentuale più alta in un sondaggio del New York Times dall'inizio del suo mandato. Non solo, secondo l'indagine effettuata qualche giorno fa, lo storico vantaggio che i democratici hanno rispetto all'elettorato nero e alla classe operaia si è eroso. Nel 2020, infatti, Biden ha conquistato il 72% di questa categoria, con un vantaggio del 50% su Trump, mentre al momento, almeno tra i lavoratori bianchi, c'è quasi un testa a testa tra i due rivali, il 47% del presidente contro il 41% del tycoon.
I guai giudiziari di Trump
Quanto ai guai giudiziari di Trump, la percentuale di coloro che ritiene che abbia commesso crimini federali è calata dal 58% di dicembre al 53% ed è comunque un dato positivo per il tycoon perché quella percentuale di americani lo voterebbe pur credendo che abbia compiuto dei reati. L'ex presidente, intanto, ha incassato altre due vittorie ai caucus in Missouri, con uno schiacciante 90% di voti, e alla convention del Grand old party in Michigan dopo aver trionfato alle primarie dello Stato in settimana. "Libereremo gli Usa dai criminali e dai pazzi che sono entrati grazie a Joe Biden", ha attaccato Trump in un comizio in North Carolina paragonando i migranti ad Hannibal Lecter, il feroce serial killer del film 'Il silenzio degli innocenti'.
La crisi al confine
Sulla crisi al confine il sondaggio del Nyt rivela che il 49% degli elettori vuole un pugno più duro alla frontiera con il Messico, contro il 43%. Mentre per quanto riguarda l'altra grande questione al centro della campagna, la guerra a Gaza, il 40% degli americani ha dichiarato di simpatizzare con Israele e di questi il 70% dichiara di sostenere Trump. Un dato sorprendente se si considera quanto Biden si sia speso in favore di Israele dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre. Inaspettatamente, invece, del 24% degli americani che si schiera dalla parte dei palestinesi il 68% dice che voterebbe il presidente, nonostante le recenti proteste e il boicottaggio degli araboamericani alle primarie in Michigan. In tutto ciò, l'unica rivale interna di Trump Nikky Haley ha un vantaggio ancora più alto nei confronti di Biden, il 45% contro il 35%. Tuttavia gli esperti sostengono che l'ex ambasciatrice Onu potrebbe abbandonare la corsa martedì in caso della prevista vittoria a valanga del tycoon.