Sebastian Vettel trionfa in Ungheria e il popolo-Ferrari trova il nuovo idolo!
27 luglio 2015, ore 09:32 , agg. alle 11:00
Vittoria epocale del tedesco a Budapest: è già amore per Seb!
Ci sono vittorie e vittorie. Quella firmata da Sebastian Vettel, in Ungheria, è destinata a essere ricordata a lungo, per come è maturata, per i mille colpi di scena e le emozioni. Forti, quasi selvagge. La Formula 1 può essere, infatti, noia e pennichella domenicale, ma riesce ancora a regalare pomeriggi memorabili. Come ieri.
La Partenza-razzo di Vettel, sulla pista dell'Hungaroring, è uno dei gesti tecnico-sportivi più belli degli ultimi anni. Il ruota a ruota, con il Campione del Mondo, Hamilton, emozionante, agonisticamente spietato, ma anche correttissimo. Un sorpasso durato due curve, che ha marchiato a fuoco la domenica e mandato in tilt le Mercedes. Da allora, un assolo splendido, degno del miglior Schumacher. Diciamolo: alla Vettel.
La Safety Car avrebbe potuto rimettere le cose a posto (dal punto di vista delle Frecce d'Argento) e rovinare la corsa delle Rosse. E' in quel momento che Vettel ha fatto capire a tutti di essere andato alla Ferrari per vincere e riannodare i fili di una storia di trionfi, interrottasi da troppi anni.
Ieri, non l'avrebbe superato nessuno, neppure la Mercedes del timido Rosberg (a parte i guai con Ricciardo) o quella del fenomenale, ma troppo nervoso Hamilton.
Era la domenica di Seb e non ce ne poteva essere per nessuno. Neppure per il povero Kimi Raikkonen, per una volta tornato ai livelli di 8-10 anni fa, ma tradito ancora dall'affidabilità. Era scritto: ieri, era la Ferrari di Vettel a dover dare spettacolo. E così è stato.
Ci sono domeniche in cui tutti i pezzi vanno al posto giusto e un pilota stringe un patto di ferro con i suoi tifosi: in Ungheria, è definitivamente scoppiato l'amore fra i ferraristi e Vettel. Il popolo in rosso ha ritrovato un Capitano, il Schumi a cui affidarsi per sognare. E vincere.
Faremo un paragone azzardato e scomodo, ma osare si deve e si può: tanti anni fa, in Spagna, un piccolo-immenso uomo mise in fila e tenne dietro, per una gara intera, tutti i suoi avversari, con macchine più veloci. Quell'uomo si chiamava Gilles Velleneuve. La macchina era una Ferrari.
Come ieri, un lampo rosso e dietro l'inferno e la frustrazione, di chi non riesce a passare quel diavolo al comando. Come direbbe Seb alla radio: "Mi sentite?! Un'altra bandiera a Maranello!".
Grazie Seb, grazie Ferrari!