Via da Palazzo Grazioli, è finito un ciclo per Silvio Berlusconi e Forza Italia, si riducono spazi e personale
Via da Palazzo Grazioli, è finito un ciclo per Silvio Berlusconi e Forza Italia, si riducono spazi e personale
28 dicembre 2020, ore 23:23 , agg. alle 10:13
Il Cavaliere è in Provenza, ospite della figlia Marina, dovrebbe rivedersi a Roma tra due o tre mesi , per risiedere nella villa che comprò da Zeffirelli sulla via Appia
Al “ Parlamentino azzurro” le plenarie più calde del partito
Il palazzo è già quasi tutto chiuso, e gli scatoloni sono per lo più richiusi e imballati. La sala dove si tenevano i vertici più importanti è già sbarrata. Sono stati chiusi pure gli uffici posti al al piano terra, quelli su via della Gatta. Per i dipendenti c’è il rischio licenziamento oppure di un trasferimento, o a Bruxelles o nella la sede nazionale del movimento azzurro, che è rimasta aperta in via in Lucina. Anche se pure in questo caso ci sono riduzioni e restrizioni, per ragioni di budget dopo i tagli dovuti all’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti. Berlusconi, per adesso, non si farà vedere nella nuova dimora sull’Appia antica: tutto dipenderà dall’emergenza Covid che ha stravolto l’agenda della politica italiana ed europea, del presidente di Fi, risultato positivo lo scorso settembre e poi guarito dopo la quarantena e una lunga, non facile convalescenza.
L’ex premier resterà, con tutta probabilità, per altri due mesi in Provenza
I lavori di ristrutturazione della villa che fu di Zeffirelli, sono ancora da completare e l’ex premier, potrebbe non rientrare ad Arcore e restare in Provenza, ospite della primogenita Marina, finché non rientrerà l’allarme contagio, cioè almeno fino a febbraio, inizi di marzo, quando in Italia si prevede un maggiore controllo della pandemia, e quando saranno vaccinati già circa cinque milioni di cittadini. In ogni caso, quando tornerà nella Capitale, Berlusconi utilizzerà la villa sull’Appia Antica sarà utilizzata come residenza privata e quindi diventerà vietata a deputati , senatori e anche ai giornalisti che tante ore hanno trascorse nei pressi di Palazzo Grazioli. Con l’addio al quartier generale di via del Plebiscito Berlusconi archivia un capitolo davvero rilevante della sua vita pubblica e privata. Per un quarto di secolo quello è stato il simbolo della potenza di Berlusconi. Una posizione che gli consentiva di muoversi agevolmente, per la sua vicinanza a Montecitorio e al Senato. Ma anche alla vita romana. Lì ha ospitati vertici internazionali, riunioni di partito e cene con capi di Stato e di governo, come Vladimir Putin, che hanno potuto assaggiare il menu tricolore preparato dallo chef personale del Cav, Michele Persechini. Ma anche vistose e meno vistose donne di spettacolo, o aspiranti tali. Tanti i ricordi tra quelle mura , vittorie e insuccessi, dalla discesa in campo del ’94 al flop delle ultime regionali con Fi precipitata al 6% e sempre più in crisi, a rotoli dopo il sorpasso storico della Lega di Matteo Salvini alle politiche del 2008.
I dipendenti fedeli, i conti sballati
A Palazzo Grazioli è legato anche il destino di vari dipendenti di Forza Italia, alcuni dei quali sono stati tra i più stretti collaboratori di Berlusconi e che furono assunti con contratto che porta la firma dell’ex capo di governo. Fonti parlamentari azzurre raccontano , che per qualcuno c’è stata l’amara sorpresa di andare in ufficio e non trovare più la propria postazione di lavoro con computer e sedie portate via da un giorno all’altro. Tutto questo mentre il leader forzista era ricoverato al San Raffaele per Covid. Adesso, dopo la decisione di Berlusconi di trasferire la sua residenza romana lungo l’Appia, a Forza Italia, al centro di Roma, non resta che la sede nazionale di piazza San Lorenzo in Lucina. Un appartamento di circa 300 metri quadrati, preso in affitto a oltre 130mila euro l’anno, al terzo piano di un antico edificio protetto dalle Belle Arti nel pieno , a pochi passi da Montecitorio. Si legge nell’ultimo bilancio del partito, quello chiuso il 31 dicembre del 2019, che a «locazione dell’intero anno della sede legale di Via in Lucina 17» è pari a 132mila euro, ovvero undicimila euro al mese. Inaugurata in pompa magna nel 2013 (circa 3mila metri quadrati con un costo iniziale di affitto di 960mila euro a fronte dei 2,8 milioni annui per i 5mila metri quadrati della vecchia sede di via dell’Umiltà), San Lorenzo in Lucina ha rischiato più volte la chiusura per il dissesto del partito, al quale molti deputati e senatori facevano mancare il contributo pattuito. La serrata è arrivata, infatti, nel 2015, l’ anno peggiore per le finanze di Fi e la nuova casa azzurra è tornata ad essere via del Plebiscito. Poi, passata la buriana, c’è stata la riapertura. Antonio Tajani e gli altri vertici si sono ritrovati una sede sempre extralusso, però molto ristretta: gli attuali 300 metri quadrati con una sala grande utilizzata per le conferenze stampa.