Via libera della Camera americana all'Impeachment per Trump, in un video il presidente scarica i responsabili dell'assalto al Congresso
14 gennaio 2021, ore 12:56 , agg. alle 16:33
Il presidente americano diventa così il primo a dover affrontare per due volte la procedura di messa in stato d'accusa. A favore anche 10 repubblicani. In un video pubblicato sull'account della Casa Bianca, il Tycoon ha scaricato i responsabili dell'assalto a Capitol Hill e ha invitato i suoi supporter a evitare nuove violenze in occasione del giuramento del neo presidente Joe Biden
A una sola settimana all’assalto a Capitol Hill, la Camera dei rappresentati americana ha formalizzato l’avvio della procedura di l’impeachment a carico di Donald Trump, che di fatto entra nella storia per esser il primo presidente a essere sottoposto per due volte alla messa in stato d’accusa. Nella notte italiana è arrivato il via libera con il voto di 222 democratici e di 10 repubblicani, in aperto contrasto con il Tycoon. In realtà sono molti di più quelli che nel partito repubblicano hanno riconosciuto la responsabilità del presidente per quanto avvenuto al Campidoglio, anche se hanno ritenuto di non dover votare a favore della procedura per le conseguenze che questa potrebbe avere per lo stesso Gop. L’accusa formulata contro il capo della Casa Bianca è di incitamento all’insurrezione, per aver istigato i suoi supporter ad assaltare il Congresso nel corso del comizio dello scorso 6 gennaio durante la seduta plenaria chiamata a certificare la vittoria di Joe Biden alle elezioni presidenziali. La speaker della Camera, Nancy Pelosi, nel firmare l’avvio del procedimento di messa in stato d’accusa, ha usato parole di fuoco contro il presidente Trump: ”è un pericolo evidente ed immediato, deve essere processato, condannato e destituito. Ha incitato la ribellione armata contro la nazione, se ne deve andare” ha dichiarato, definendo i suoi supporter non “Patrioti”, come aveva fatto il presidente, ma terroristi. Nelle stesse ore la Camera aveva votato a favore della destituzione sulla base del ricorso al 25° emendamento, ma l’opposizione del vice presidente Pence aveva bloccato l’iter.
In un video il presidente Trump scarica i responsabili dell'assalto al Congresso
Nella notte il presidente americano, tramite l’account di You tube della Casa Bianca, ha diffuso un video di condanna dell’assalto a Capitol Hill avvenuto lo scorso 6 gennaio, ma di fatto senza mai nominare la procedura di impeachment a suo carico. Un messaggio di circa 5 minuti in cui Trump scarica i responsabili delle violenze: ”Condanno in modo inequivocabile – dichiara il Tycoon - la violenza a cui abbiamo assistito la settimana scorsa. La violenza e il vandalismo non hanno assolutamente spazio nel nostro Paese e nel nostro movimento. Coloro i quali sono stati coinvolti negli attacchi saranno portati davanti alla giustizia. Che tu sia di destra o di sinistra, che tu sia democratico o repubblicano, non ci può mai essere giustificazione alla violenza, nessuna scusa, nessuna eccezione”. Poi il riferimento ai timori legati alle possibili nuove manifestazioni in occasione del giuramento del neo presidente, Joe Biden, il prossimo 20 gennaio. "Nessun mio vero sostenitore potrebbe mai giustificare la violenza politica. Nessun mio vero sostenitore potrebbe disprezzare le autorità o la nostra grande bandiera americana. Nessun mio vero sostenitore potrebbe mai minacciare o attaccare i suoi compatrioti americani. Se fate qualcuna di queste cose, non sostenete il nostro movimento, lo state attaccando. E state attaccando il nostro Paese, non possiamo tollerarlo".
Misure di sicurezza a Washington per il giuramento di Biden
In vista dell’Inaguration day, Washington si prepara a mettere in campo imponenti misure di sicurezza. Circa 20 mila uomini della Guardia nazionale vigileranno sull’area attorno al Campidoglio, ormai da giorni transennato. Centinaia di riservisti hanno passato la notte all’interno del Congresso, durante il voto che ha dato il via libera alla procedura di Impeachment del presidente Trump. Secondo l’intelligence, sono numerosi i segnali di possibili manifestazioni violente tra il 16 e il 20 di gennaio, a Washington come in altre città americane. L’Fbi e il Secret service, che vigila direttamente sulla sicurezza del presidente, stanno lavorando ai possibili scenari che potrebbero dover affrontare nel giorno dell’insediamento. Tra le ipotesi anche quella di possibili attacchi armati nella zone meno blindate della Capitale.