Via Rasella, La Russa: “Una delle pagine meno gloriose della Resistenza, uccisa una banda musicale"
Via Rasella, La Russa: “Una delle pagine meno gloriose della Resistenza, uccisa una banda musicale"
31 marzo 2023, ore 15:20 , agg. alle 15:58
Durissime le reazioni alle esternazioni del Presidente del Senato. Dal Partito Democratico all'Associazione nazionale partigiani italiani (l’Anpi), all’alleanza Verdi/Sinistra italiana, ad Azione, la denuncia: "Parole indegne per l'alta carica che ricopre"
Il 24 marzo 1944 - anniversario della strage delle Fosse Ardeatine in cui vennero trucidate 335 persone, tra cui ebrei, partigiani e antifascisti - quest'anno è diventato un caso per la frase della premier Giorgia Meloni ("uccisi perché italiani"). Ma adesso è scoppiata una nuova polemica per le dichiarazioni del presidente del Senato. "Via Rasella è stata una pagina tutt'altro che nobile della Resistenza, quelli uccisi furono una banda musicale di semi pensionati e non nazisti delle SS": Ignazio La Russa descrive così l'attacco partigiano a cui i tedeschi reagirono con l'eccidio delle Fosse Ardeatine. Dal Pd all'Anpi, a SI, ad Azione, la denuncia: "Parole indegne per l'alta carica che ricopre".
Meloni
Insomma il presidente del Senato difende anche la frase della premier: "Un attacco pretestuoso" a Meloni, perché quando lei "dice 'uccisi perché italiani' sa benissimo che quegli italiani erano stati uccisi per rappresaglia per quello che avevano fatto i partigiani a via Rasella - spiega nel podcast "Terraverso" di Libero Quotidiano - Tutti sanno che i nazisti hanno assassinato detenuti politici, ebrei, antifascisti e persone rastrellate a caso, ovviamente non gente che lavorava con loro. Se li deve racchiudere in una sola parola, dice 'perché italiani'. Non si può farne uno scandalo".
Via Rasella
La Russa ci tiene a precisare: "L'attentato di via Rasella non è stata una delle pagine più gloriose della Resistenza partigiana, quelli che i partigiani hanno ucciso non erano biechi nazisti delle SS ma una banda musicale di semi-pensionati, altoatesini (in quel momento mezzi tedeschi, mezzi italiani), sapendo benissimo il rischio di rappresaglia al quale esponevano i cittadini romani, antifascisti e non". E A polemica in corso, prova a precisare così: "Confermo parola per parola la mia condanna durissima dell'eccidio delle Fosse Ardeatine che solo pochi giorni fa ho definito 'una delle pagine più brutali della nostra storia'. Confermo, altresì, che a innescare l'odiosa rappresaglia nazista fu l'uccisione di una banda di altoatesini nazisti e sottolineo che tale azione non è stata da me definita 'ingloriosa' bensì 'tra le meno gloriose della Resistenza'".
Il 25 aprile
Parole dunque, nel giorno in cui Giorgia Meloni ha avuto un lungo e cordiale colloquio con il Presidente Sergio Mattarella, che fanno discutere. Anche in previsione del prossimo 25 aprile, su cui l'Anpi ha avviato una campagna social che anticipa la grande mobilitazione che avrà luogo durante la festa della Liberazione alla Garbatella, quartiere romano. Ma La Russa minimizza: "Non sarà il primo 25 aprile che celebro, sono andato da ministro della Difesa a rendere omaggio al monumento dei partigiani, ho portato un mazzo di fiori a tutti i partigiani, anche a quelli rossi che come è noto non volevano un'Italia libera e democratica ma volevano un'Italia comunista, perché avevano il mito della Russia comunista. Chi muore per un'idea e per una scelta ideale, non può mai essere oggetto di avversione", commenta il presidente del Senato. Il busto del Duce che aveva in casa non ce l'ha più, ripete, perché "se lo è rubato" la sorella.
La maternità
E nell'intervista di Libero ci sono anche dei passaggi sulla maternità surrogata: "Non possono dire che opporsi sia una cosa di destra: gente di sinistra, movimenti femministi, amici gay dicono che è un obbrobrio e somiglia al razzismo. Parlano di figli come se fosse la copertura del divano di casa, che stoffa volete? Uguale con il figlio, chissà se si può avere un occhio verde e uno nero?", afferma la seconda carica dello Stato. L'utero in affitto, quindi, non va bene. "È possibile valutare le adozioni per le coppie gay - dice - Piuttosto che all'orfanotrofio io un bambino a una coppia gay non ho difficoltà ad immaginarlo, ma vorrei che già oggi che è riservata alle coppie etero, l'adozione fosse meno complicata. La cosa sbagliata però è dire che per il bambino è la stessa cosa avere due papà o due mamme rispetto all'avere un papà e una mamma. Non è la stessa cosa, poi magari può stare bene comunque", conclude.
Le reazioni
Come anticipato, soprattutto la dichiarazione sull'attentato di via Rasella ha suscitato polemiche. "È grave che il presidente del Senato, seconda carica di uno Stato nato dalla Resistenza e dalla guerra di liberazione, parli di via Rasella nel modo in cui lo ha fatto nell'intervista a Libero. Siamo di fronte ad un esempio di revisionismo storico che, inoltre, sposa il punto di vista dei fascisti. Mi dispiace per La Russa ma non è accettabile mettere sullo stesso piano i partigiani che combattevano per liberare l'Italia e i nazifascisti", il commento del presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia. Chiede "rispetto" il senatore dem Francesco Verducci, della Commissione Cultura a palazzo Madama: "Alle forze politiche che organizzarono la Resistenza, e tra esse ai comunisti italiani, tutti noi dobbiamo la conquista della libertà e della democrazia, che la tirannide fascista aveva uccise, e la fondazione della nostra Repubblica. La Costituzione italiana è firmata, insieme ai presidenti De Gasperi e Einaudi, da un comunista italiano, il presidente Umberto Terracini. La Russa porti rispetto alla storia di chi ha fondato la Repubblica. È in base al sacrificio dei partigiani, e tra loro tanti comunisti, che lui oggi può sedere ai vertici della nostra Repubblica". Le parole di La Russa sono "semplicemente indegne per l'alta carica che ricopre e rappresentano un ennesimo, gravissimo strappo teso ad assolvere il fascismo e delegittimare la Resistenza - denuncia Gianfranco Pagliarulo, presidente di Anpi - Il terzo battaglione del Polizeiregiment colpito a via Rasella mentre sfilava armato fino ai denti stava completando l'addestramento per andare poi a combattere gli Alleati e i partigiani, come effettivamente avvenne. Gli altri due battaglioni del Polizeiregiment - prosegue - erano da tempo impegnati in Istria e in Veneto contro i partigiani. L'attacco di via Rasella, pubblicamente elogiato dai comandi angloamericani, fu la più importante azione di guerra realizzata in una capitale europea. Dopo la presidente del Consiglio, anche il presidente del Senato fa finta di ignorare che non furono i soli nazisti a organizzare il massacro delle Fosse Ardeatine, perché ebbero il fondamentale supporto di autorità fasciste italiane". "Le parole di La Russa su Via Rasella sono un atto di revisionismo senza precedenti. Come dire: i partigiani se la sono un po' cercata. La seconda carica dello Stato non può confondere le vittime con i carnefici. E sdoganare il punto di vista dei fascisti. Indegno e vigliacco", commenta il deputato e coordinatore di Articolo 1, Arturo Scotto. "Il presidente del Senato insiste nell'operazione di voler riscrivere la storia, con grave danno per la credibilità dell'Italia e delle sue istituzioni delle quali, è bene ricordarlo, egli è espressione rilevante", afferma in una nota Osvaldo Napoli, della segreteria nazionale di Azione. "Con sentenza del 7 agosto 2007 la Corte di Cassazione ha chiarito che i militari nazisti uccisi in via Rasella erano "soggetti pienamente atti alle armi, tra i 26 e i 43 anni, dotati di sei bombe e 'Maschinenpistolen' " e non dei musicanti pensionati alto-atesini, come sostiene La Russa".