Violenza di gruppo a Chianciano Terme, la vittima è una campionessa Uzbeka di scherma. Indaga la procura di Siena

Violenza di gruppo a Chianciano Terme, la vittima è una campionessa Uzbeka di scherma. Indaga la procura di Siena

Violenza di gruppo a Chianciano Terme, la vittima è una campionessa Uzbeka di scherma. Indaga la procura di Siena   Photo Credit: agenziafotogramma.it


03 marzo 2024, ore 17:00 , agg. alle 17:12

L'episodio risale allo scorso agosto, la vittima potrebbe aver assunto la "droga dello stupro"

Uno scandalo che travolge la scherma italiana. Tre atleti sono accusati di aver abusato, lo scorso agosto, una giovane campionessa dell'Uzbekistan, all'epoca minorenne, durante un ritiro a Chianciano Terme. Sull'abuso indaga la Procura di Siena che ha iscritto due dei tre atleti coinvolti. Un terzo è minorenne. L’ipotesi è che la sera prima qualcuno le avrebbe fatto bere, insieme ad una bevanda, la cosiddetta "droga dello stupro". Dopo alcune visite mediche in diversi ospedali, i sanitari le avrebbero dato anche la pillola del giorno dopo, a seguito di verifiche che avrebbero dimostrato la violenza sessuale subita. I legali della famiglia della ragazza avrebbero affermato però che nei confronti degli indagati al momento non ci sarebbero iniziative di tipo cautelare, lamentando anche la non sospensione dall’attività sportiva.

LE PAROLE DELL'AVVOCATO DELLA VITTIMA

"C'è un'inerzia da parte della Procura, che neanche ha attivato il codice rosso, e della Federscherma che non ha preso nessun provvedimento nei confronti degli atleti indagati" Queste le parole di Luciano Guidarelli, legale della giovane atleta della Federazione di scherma dell'Uzbekistan. "La ragazza quando si è resa conto di ciò che aveva subito ha avvisato la compagna di stanza e la madre che è subito arrivata in Italia - prosegue l'avvocato- la Federscherma è stata subito avvisata ma non abbiamo mai avuto riscontri nè di provvedimenti nei confronti degli atleti coinvolti nè di solidarietà nei confronti della vittima". Inoltre, aggiunge Guidarelli, "il fatto che gli indagati non siano stati sanzionati o sospesi dalla loro attività agonistica ha reso possibile che la giovane li abbia nuovamente incontrati durante gare e altri ritiri con conseguenti traumi".

LA POSIZIONE DELLA FEDERSCHERMA

Anche Federscherma ha commentato la vicenda con una nota: "La Federazione ha tempestivamente, e in più occasioni, avuto confronti diretti con la magistratura inquirente, al fine di conoscere la situazione e gli sviluppi dell’attività investigativa, nel rispetto del segreto istruttorio che contraddistingue la fase procedimentale ancora in corso. Sulla base di tali informazioni e rassicurazioni acquisite, la Federazione – differentemente da quanto riportato – ha dettagliatamente risposto all’avvocato della denunciante, depositando anche la nomina della Federazione per una costituzione di parte civile nell’eventuale giudizio, qualora venisse disposto dalla giustizia ordinaria. La ricostruzione fornita, nelle parti che chiamano in causa l’operato della Fis, non risponde in alcun modo all’attenzione posta sulla vicenda da parte della Federazione, che si è invece immediatamente attivata nei contatti con la Magistratura ordinaria e sportiva, riponendo massima fiducia nell’operato delle autorità. La Federazione Italiana Scherma, che dei valori sani e autentici dello sport ha fatto la bandiera della propria attività non meno delle medaglie olimpiche e paralimpiche, e che attraverso questo lavoro quotidiano si è affermata come un esempio riconosciuto di impegno sociale, valuterà tutte le azioni necessarie a tutela della propria immagine e a difesa di quel che ogni giorno afferma nelle sale di tutta Italia".


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