Violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, la ministra Cartabia: "Ferita gravissima a dignità della persona"

Violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, la ministra Cartabia: "Ferita gravissima a dignità della persona"

Violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, la ministra Cartabia: "Ferita gravissima a dignità della persona"


21 luglio 2021, ore 14:11

Dopo la visita all'istituto penitenziario campano insieme al premier Mario Draghi, ora la ministra ripete in un’informativa alla Camera sulle violenze in carcere che “Il governo non dimenticherà” e che il sistema adesso “va rafforzato”

"Stando alle indagini risulta che non fosse una reazione necessitata da una situazione di rivolta ma una violenza a freddo". Dopo la visita al carcere di Santa Maria Capua Vetere insieme al premier Mario Draghi, ora la ministra della Giustizia Marta Cartabia ripete in un’informativa alla Camera sulle violenze in carcere che “Il governo non dimenticherà” e che il sistema ora “va rafforzato”.


“Non era una reazione a una rivolta, ma una violenza a freddo”

Sono 75 gli agenti sospesi finora, ma ci sono anche altri indagati per quanto accaduto il 6 aprile del 2020, in pieno lockdown, nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. È necessario fare luce su "fatti così gravi", sull'utilizzo "smisurato e insensato della forza". La ministra Cartabia si esprime con parole chiare. "Abbiamo visto tutti le immagini, un detenuto costretto a inginocchiarsi per colpirlo, uno in carrozzella colpito ripetutamente, tutto sono l'occhio della videocamera", ha detto alla Camera. Poi ha aggiunto: "Non era una reazione a una delle tante rivolte, era violenza a freddo".


“Una ferita gravissima alla dignità della persona: pietra angolare della convivenza civile”

La ministra parla di "una ferita gravissima alla dignità della persona che è la pietra angolare della convivenza civile", condanna i "delitti aggravati di chi ha agito con crudeltà, abuso di poteri, uso delle armi, con più di cinque persone coinvolte". Poi spiega che il Dap, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, "ha cercato e ha chiesto notizie alla procura, ma senza nessun riscontro perché le indagini erano coperte dal segreto investigativo".


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