Virologo Bassetti: c'è un clima bruttissimo, noi medici siamo stati lasciati soli, la politica ci ha abbandonati

Virologo Bassetti: c'è un clima bruttissimo, noi medici siamo stati lasciati soli, la politica ci ha abbandonati

Virologo Bassetti: c'è un clima bruttissimo, noi medici siamo stati lasciati soli, la politica ci ha abbandonati


15 marzo 2021, ore 14:00 , agg. alle 14:22

È il commento all'attacco incendiario alla sede dell'Iss, intanto secondo Franco Locatelli i contagi scenderanno dopo Pasqua

"C'è un clima bruttissimo, la politica non ci sta aiutando. Noi medici siamo stati lasciati soli. Queste azioni andrebbero condannate immediatamente perché sono attacchi alle Istituzioni, ai medici e alla scienza. Come gli attacchi che io ricevo ogni giorno, solo nelle ultime ore ho avuto minacce di morte e insulti alla mia persona e alla mia famiglia". "Questo è il clima che si è creato per una contrapposizione. Ma credo che dietro ci sia il mondo no-vax". Lo afferma Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova e componente dell'Unità di crisi Covid-19 della Liguria, commentando l'attacco incendiario alla sede dell'Iss a Roma.


Le parole di Franco Locatelli

E su questa vicenda è intervenuto anche il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli. "Uso parole più forti rispetto a quelle del ministro Speranza: lo ritengo un atto oltraggiosamente intimidatorio, assolutamente intimidatorio e chiaramente inaccettabile. Chi lavora all'Iss prova, come tante altre persone, a offrire un servizio al Paese, per cercare di far gestire all'Italia nel migliore dei modi un problema che ha investito tutto il mondo. A loro va il massimo della solidarietà, è un atto da condannare a tutti i livelli". 


Il sistema di farmaco vigilanza è efficace

Lo stesso Locatelli ha parlato stamattina con il Corriere della Sera. ''Quando arrivano segnalazioni di incidenti gravi o fatali devono essere messe in atto tutte le misure per capire le cause. Il ritiro precauzionale del lotto cui apparteneva la dose somministrata dimostra l'efficienza del sistema di farmacovigilanza''. Lo afferma, relativamente al vaccino AstraZeneca, Franco Locatelli precisando ''con altrettanta chiarezza e fermezza, che non vanno tratte conclusioni affrettate sul nesso di causalità. Occorre basarsi sulle evidenze - dice - altrimenti si rischiano reazioni emozionali. E non dimentichiamoci che l'efficacia del vaccino AstraZeneca è assai elevata, essendo superiore all'80% per tutte le manifestazioni di Covid-19 e si avvicina al 100% per la copertura dalle forme gravi''.

Non bisogna rifiutare AstraZenaca

Secondo Locatelli, ''non dobbiamo rifiutare questo vaccino. Milioni di persone in Europa lo hanno ricevuto senza sviluppare problemi e questo dato rassicura sul profilo di sicurezza, così come anche su quello degli altri oggi disponibili. Il vaccino AstraZeneca contribuirà a proteggerci dall'epidemia. La maggior capacità contagiante della variante inglese - avverte il medico - oggi largamente predominante sul territorio nazionale, è fuori discussione e ha giocato un ruolo determinante nel sostenere la ripresa della curva epidemica. Non scordiamoci mai, tuttavia, che contribuiscono anche comportamenti individuali e, pur avendo oggi a disposizione i vaccini, non dobbiamo minimamente deflettere da tutto quello che abbiamo imparato in questi mesi. La copertura offerta dai vaccini non si tradurrà in un cambiamento totale in pochissime settimane: sarà un processo progressivo che troverà compiuta realizzazione solo tra alcuni mesi''.

I nuovi parametri

''Vi era certamente il timore legato alla diffusione di varianti connotate da maggior potere contagiante - spiega il presidente dell'Iss - e l'analisi costante dell'evoluzione della curva epidemiologica ha esattamente lo scopo di intercettare cambiamenti predittivi di impatto sui servizi sanitari, quali, ad esempio, l'occupazione di posti letto nelle terapie intensive. In questa logica, si è valorizzato il criterio dell'incidenza cumulativa a 7 giorni superiore ai 250 casi ogni 100.000 abitanti come parametro addizionale utile a identificare in maniera più tempestiva tutti i contesti territoriali connotati da maggior circolazione virale''. ''Seguendo il principio di massima cautela - conclude - si è deciso d'innalzare il livello delle misure, nella logica di contenere la diffusione del virus, così da trovarci in una situazione epidemiologica più favorevole dopo Pasqua. Al primo posto c'è la tutela della salute, ma è evidente che esiste anche una crisi economico-sociale da non sottovalutare. Ecco perché resto convinto dell'utilità del principio della proporzionalità e dell'adeguatezza degli interventi''.


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