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Vittorio Sgarbi dopo il ricovero in clinica per la depressione: "Faccio fatica in tutto, passo molto tempo a letto"

Vittorio Sgarbi dopo il ricovero in clinica per la depressione: "Faccio fatica in tutto, passo molto tempo a letto"

Vittorio Sgarbi dopo il ricovero in clinica per la depressione: "Faccio fatica in tutto, passo molto tempo a letto"   Photo Credit: agenziafotogramma.it


11 marzo 2025, ore 11:08

Il critico d'arte racconta il momento difficile: "Trascorro una fase di meditazione dolorosa su quello che ho fatto e sul destino che mi attende"

“Ho perso parecchi chili. Faccio fatica in tutto. Riesco a tratti ancora a lavorare. Ho sempre dormito poco. Ora passo molto tempo a letto”. Vittorio Sgarbi, intervistato da Robinson, l'inserto del quotidiano La Repubblica, racconta la depressione che lo ha costretto ad un ricovero in clinica, dopo i recenti gravi problemi di salute (un intervento al cuore e un cancro alla prostata).

Il critico d'arte e polemista, che in tv si è costruito una carriera di grande successo, viene descritto così dal giornalista Antonio Gnoli: "Invecchiato, certamente, con voce grave, lenta e impersonale”.

Le difficoltà di Vittorio Sgarbi

Sgarbi, che a maggio prossimo compirà 73 anni, ammette le difficoltà che minano il suo lavoro quotidiano: "Faccio fatica e poi vedo male: per uno storio dell’arte non è il massimo”.

Quindi continua il suo racconto:

"Trascorro una fase di meditazione dolorosa su quello che ho fatto e sul destino che mi attende. In fondo le cose che ho scritto, le opere d'arte che vedi appartengono a un progetto di sopravvivenza. Qualcosa che rimanga e che si prolunghi oltre la vita".

Il futuro di Sgarbi

All'interrogativo sul suo futuro, Sgarbi - attualmente sindaco di Arpino, in provincia di Frosinone, nel Lazio - replica così:

"È una domanda che non posso evitare sapendo oltretutto che la mia attuale malinconia o depressione è una condizione morale e fisica che non posso evitare. Come abbiamo il corpo così ci sono anche le ombre della mente, dei pensieri, fantasmi che sono con noi e che non posso allontanare. Non ne avevo mai sofferto. Mi sembra un treno che si è fermato a una stazione sconosciuta”.

Infine, a proposito del suo rapporto con l’arte, Sgarbi conferma che "come un bambino mi sono divertito molto":

"Oggi molto meno. Oggi mi chiedono di rispondere di quello che avrei fatto. Come se i giochi fossero diventati delle realtà pericolose. Giochi difficili. Questa è la percezione del bambino che si è scoperto adulto”. 


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