09 settembre 2021, ore 17:00
Continua a crescere il livello del welfare aziendale delle PMI italiane e le aziende si riscoprono soggetto sociale centrale sul territorio. Orlando: “Welfare come una condizione per la competitività del Paese”
La pandemia da Covid-19 ha cambiato il significato del welfare aziendale, ponendo l’impresa al centro della comunità e generando una nuova consapevolezza del ruolo sociale ricoperto. È questo quanto emerge dal Rapporto Welfare Index PMI 2021 promosso da Generali e giunto alla sesta edizione. Con più di 6000 imprese di tutti i settori produttivi coinvolte, il rapporto fotografa lo stato di salute, dal punto di vista del welfare aziendale, delle piccole e medie imprese: in particolare, secondo il Rapporto 2021, il welfare continua a crescere nelle PMI con oltre il 64% delle piccole e medie imprese italiane che ha superato il livello iniziale dell’indicatore mentre, in 6 anni, le imprese con un livello di welfare elevato sono più che raddoppiate, passando dal 9,7% del 2016 all’attuale 21%.
I NUMERI
Per affrontare la pandemia le imprese hanno intrapreso numerose iniziative di welfare aziendale. In ambito sanitario, dai servizi diagnostici per il Covid-19 (43,8%) ai servizi medici di consulto anche a distanza (21,3%) a nuove assicurazioni sanitarie (25,7%). Nella conciliazione vita-lavoro, con maggiore flessibilità oraria (35,8%) e nuove attività di formazione a distanza (39%) e aiuti per la gestione dei figli e degli anziani (7,2%). A sostegno dei lavoratori e delle famiglie, con aumenti temporanei di retribuzione e bonus (38,2%) e sostegno nell'educazione scolastica dei figli (4,8%); ma anche offrendo contributi alla comunità esterna, come donazioni (16,4%) e sostegni al Sistema Sanitario e alla ricerca (9,2%).Al termine della presentazione del rapporto sono state premiate le 105 imprese Welfare Champion 2021 che hanno ottenuto le 5 W del rating Welfare Index PMI.
L’ANALISI
Intervenuto nel corso della presentazione del rapporto, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Andrea Orlando ha sottolineato: “La crescita del welfare aziendale in Italia è robusta, costante, il governo sta proseguendo sulla strada già intrapresa negli anni scorsi con una serie di defiscalizzazioni sul tema che hanno dato risultati molto buoni. È interessante ragionare su come questo sviluppo spontaneo nel settore privato si coniughi con una ripresa dell’investimento nel welfare pubblico. Pensare il welfare come una condizione per la competitività del Paese è un tema sul quale la pandemia ci ha fatto riflettere” Anna Ascani, Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico: “La pandemia ci ha insegnato non solo che nessuno si salva da solo ma che uno Stato che vuole funzionare nei momenti di crisi ha bisogno che tutti i suoi elementi cooperino e collaborino e vadano nella stessa direzione. Il nostro dovere non è ricreare il sistema che avevamo prima del Covid ma immaginarne uno nuovo. Il governo è al lavoro per fare la propria parte e portarci non solo fuori dalla crisi ma ad essere protagonisti di una rinascita nazionale ed europea” Marco Sesana, Country Manager &Ceo Generali Italia e Global Business Lines: “Le imprese hanno dimostrato che il welfare aziendale oggi può e deve uscire dall’azienda. Il maggior numero di iniziative intraprese sostengono le priorità del PNRR sui grandi asset del Paese con un impatto su: salute, donne, giovani, famiglie e comunità. Questo oggi ci conferma che il welfare, oltre ad essere strategico per la crescita delle imprese, sarà leva per la ripresa sostenibile del Paese”.
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