Zelensky: bisogna porre fine alla guerra in Ucraina nel 2025

Zelensky: bisogna porre fine alla guerra in Ucraina nel 2025

Zelensky: bisogna porre fine alla guerra in Ucraina nel 2025


Il G7 conferma il sostegno a Kiev per il tempo necessario

Zelensky apre al negoziato per chiudere il conflitto. Il leader di Kiev in un’intervista ha dichiarato: “Occorre fare di tutto per porre fine alla guerra nel 2025 attraverso la via diplomatica ma partendo da una Ucraina forte”. Oggi i leader del G7 hanno ribadito il sostegno a Kiev  in vista del millesimo giorno dall'inizio della guerra.  ''Noi, i leader del Gruppo dei Sette  riaffermiamo il nostro fermo sostegno all'Ucraina per tutto il tempo necessario. Rimaniamo solidali nel contribuire alla sua lotta per la sovranità, la libertà, l'indipendenza, l'integrità territoriale e la sua ricostruzione. Riconosciamo anche l'impatto dell'aggressione della Russia sulle persone vulnerabili in tutto il mondo. Riconosciamo l'immensa sofferenza sopportata dal popolo ucraino. Nonostante queste difficoltà, gli ucraini hanno dimostrato una resilienza e una determinazione senza pari nel difendere la propria terra, la propria cultura e il proprio popolo", si legge nella dichiarazione finale. "La Russia resta l'unico ostacolo ad una pace giusta e duratura", viene precisato nella nota diffusa al termine del summit. Martedi incontro chiave sulla crisi ucraina con i leader europei in Polonia. Secondo Varsavia,,  dopo la telefonata tra il cancellirere tedesco Scholz e il presidente russo Putin di ieri, le cose stanno accelerando. All'incontro in programma la prossima settiana parteciperà anche Kaja Kallas, alta rappresentante designata per la Politica estera dell'Unione europea.


Le ammissioni di Zelensky sulla situazione al fronte 

Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj ha ammesso che la situazione al fronte è davvero difficile e che le truppe ucraine che combattono in prima linea sono stanche. "Ci sono ragazzi al fronte. Hanno bisogno della rotazione per potersi riposare. Al loro posto devono alternarsi altre squadre, ma queste tardano a formarsi perché a corto di personale. Per vari motivi, comporre le nostre brigate con persone addestrate, rifornirle ed equipaggiarle con armi, sono processi che ora vanno a rilento. Non è sufficiente riempire una brigata di persone se non arrivano le armi specifiche. Aspettiamo la consegna di alcune armi da 12 mesi, dall'accordo raggiunto nel Congresso americano” ha aggiunto il presidente  che  non vuole  mandare rinforzi allo sbaraglio. ""Che facciamo, li mandiamo avanti come semplice carne da cannone, come fanno i russi? Nessuno lo vuole", ha concluso il capo di Stato, sottolineando che i militari al fronte chiedono di fare dei passi indetro in attesa di reali rinforzi.



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