17 gennaio 2025, ore 11:05
Respinto il ricorso straordinario dei legali della difesa, che chiedevano di escludere l'accusa di stupro. I giudici della Corte di Cassazione hanno confermato l'ergastolo per il nigeriano. I fatti risalgono al 2018
E’ stato rigettato il ricorso straordinario presentato dai difensori di Innocent Oseghale, il 35enne nigeriano condannato per aver ucciso la 18enne romana Pamela Mastropietro. La Cassazione ha confermato l'ergastolo per il 36enne nel procedimento per l'omicidio, lo stupro e lo smembramento del cadavere di Pamela, avvenuti il 30 gennaio 2018 a Macerata.
LA SENTENZA
La Corte di Cassazione ha depositato oggi il verdetto con cui ha respinto il ricorso straordinario della difesa che chiedeva di escludere l'accusa di violenza sessuale sulla base di asseriti errori materiali e di annullare la sentenza che aveva inflitto l'ergastolo. I giudici, dopo l'udienza di ieri, hanno respinto il ricorso, accogliendo la richiesta della Procura generale di conferma della pena.
IL DELITTO
Le membra della giovane furono trovate in 2 trolley nelle campagne di Pollenza, in provincia di Macerata, il 31 gennaio 2018. Nel secondo processo d’appello, a Perugia, a Oseghale venne riconosciuta anche la violenza sessuale, ed è su questo punto che si era concentrato il ricorso dei legali del nigeriano, gli avvocati Umberto Gramenzi e Simone Matraxia, che avevano chiesto l’esclusione dello stupro.
LA MAMMA
Alla richiesta si erano opposti la procura generale e la famiglia di Pamela. ''Sono contenta, sollevata. Spero finalmente che Oseghale non esca più dal carcere e non possa fare più male a nessuno''. Così Alessandra Verni, mamma di Pamela Mastropietro, commenta all'Adnkronos il rigetto del ricorso. ''Voglio ancora incontrare Oseghale, ho tanto da dirgli, ma questa non deve essere per lui una giustificazione o una strada per avere permessi''. Incontrarlo non vuol dire perdonare, ribadisce Alessandra Verni, che peraltro osserva: ''Da parte sua non vedo nessun pentimento.
LA DIFESA
Questo ricorso mentre abbiamo firmato il consenso per l'incontro (in carcere ndr) è stata l'ennesima pugnalata''. "Dispiacere" per il verdetto che ha bocciato il ricorso straordinario, esprime all'ANSA l'avvocato Simone Matraxia: "Il fatto che la Cassazione abbia rigettato il ricorso e non lo abbia dichiarato inammissibile né di primo acchito né alla prima udienza, dimostra direttamente che le nostre ragioni avevano un fondamento", ha dichiarato il legale. ''C'è rammarico, le nostre argomentazioni erano molto valide, lo dimostra anche all'esito della decisione che si è conclusa con un rigetto e non con una inammissibilità'' ha aggiunto.