Corea del Sud. Revocata la legge marziale dichiarata dal presidente Yoon. Esultano i cittadini in piazza
03 dicembre 2024, ore 22:42
La marcia indietro di Yoon dopo il voto contrario alla legge marziale da parte del Parlamento coreano. A Seul atmosfera sinistra dei militari in strada, i manifestanti hanno cercato di impedire alle truppe, arrivando allo scontro, di entrare in Parlamento
Il presidente Yoon è tornato a più miti consigli, nel giro di poche ore. Prima ha dichiarato la legge marziale, a Seul sono tornate le file di blindati militari in strada, gli elicotteri sono atterrati sul tetto del Parlamento, forze speciali e poliziotti si sono scontrati con i cittadini che manifestavano contro il provvedimento di Yoon. Poi il presidente sudcoreano ha fatto dietrofront di fronte alle proteste di piazza e all'opposizione unanime del Parlamento. E chissà forse anche sotto il pressing dell’alleato americano. La legge marziale è stata revocata dal governo, i militari si sono ritirati, i manifestanti hanno festeggiato in strada. Di colpo il Paese dell’irresistibile k-pop, i film premio Oscar come Parasite e non da ultimo del Nobel alla letteratura assegnato quest’anno alla scrittrice Han Kang era ripiombato in una atmosfera sinistra. Yoon è riuscito a mettere d’accordo maggioranza e opposizione e a creare sintonia perfino tra Stati Uniti e Russia, entrambi allarmati e preoccupati. L’apertura di un nuovo fronte in Asia, decisamente, è ciò di cui il mondo non ha davvero bisogno.
LA LEGGE MARZIALE E IL PASSO INDIETRO
Il presidente sudcoreano, in un discorso serale, aveva proclamato la legge d'emergenza accusando proprio il Parlamento, controllato dalle opposizioni, di simpatizzare con il Nord comunista e di paralizzare volutamente l'azione del governo. “Sradicherò le forze filo-nordcoreane e proteggerò l'ordine democratico costituzionale”, aveva annunciato Yoon invitando i cittadini a sopportare alcuni inconvenienti per il bene della stabilità nazionale. Le reazioni sono state ferme, da parte del Paese e del Parlamento: migliaia di persone hanno subito manifestato intorno all'Assemblea nazionale, resistendo con scontri all'ingresso delle truppe. Il Parlamento di Seul ha respinto all'unanimità la legge marziale con una risoluzione che ne chiedeva l'immediata abolizione, approvata dai 190 deputati presenti sui 300 totali. Le truppe avevano quindi lasciato l'edificio lanciando la sfida al capo dell'esercito Park An-su, che appena nominato comandante della legge marziale ha emanato un decreto per bandire le attività parlamentari e dei partiti politici, abolire le manifestazioni e mettere sotto controllo i media. “Coloro che violano la legge marziale possono essere arrestati o perquisiti senza mandato”, si intimava nel decreto.
LE REAZIONI INTERNAZIONALI
Il presidente americano Joe Biden, informato degli eventi durante la sua visita in Angola, si era detto "seriamente preoccupato", per una volta in sintonia persino con il Cremlino, che aveva parlato di "situazione allarmante". Ora resta da capire quale sarà la sorte di Yoon. Tanto più che a livello globale aveva aperto scenari pericolosissimi. Dopo la giornata di oggi resterà a fare il presidente come nulla fosse?