Dati Gimbe: crollano le vaccinazioni, -41% in due settimane. Il 75% degli italiani ha ricevuto almeno una dose di siero anti covid

Dati Gimbe: crollano le vaccinazioni, -41% in due settimane. Il 75% degli italiani ha ricevuto almeno una dose di siero anti covid

Dati Gimbe: crollano le vaccinazioni, -41% in due settimane. Il 75% degli italiani ha ricevuto almeno una dose di siero anti covid


I dati indipendenti della Fondazione Gimbe forniscono interessanti insight relativi ai numeri della campagna vaccinale e alla diffusione del contagio covid in Italia. Si arrestano le somministrazioni delle prime dosi e preoccupano gli over 50 che non vogliono ricevere il siero.

Se c’è una cosa che la pandemia ci ha insegnato è l’importanza dei dati. Ricordiamo tutti ad esempio, nel periodo di lockdown, l’appuntamento quotidiano con il bollettino dei nuovi contagi covid e con i numeri relativi all’occupazione delle terapie intensive. Oggi questi dati ricevono senza dubbio meno attenzione da parte nostra quotidianamente, eppure la raccolta di informazioni inerenti al coronavirus prosegue e ci permette di rilevare tendenze interessanti. È questo il caso dell’ultimo Monitoraggio settimanale indipendente della Fondazione Gimbe, pubblicato questa mattina e relativo ai numeri della campagna vaccinale e dei contagi di coronavirus in Italia.

Diminuiscono le vaccinazioni

La relazione fornisce un punto accurato sul numero di vaccinati aggiornato al 22 settembre: il 75% della popolazione (44.450.943) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+526.912 rispetto alla settimana precedente) e il 69,8% (n. 41.345.448) ha completato il ciclo vaccinale (+1.049.468). Il dato che tuttavia preoccupa è relativo al numero di somministrazioni settimanali, in netto calo rispetto alla settimana scorsa. A fronte di una disponibilità che supera le 10 milioni di dosi, le vaccinazioni negli ultimi 15 giorni sono diminuite del 41%, con solo poco più di 486.000 prime dosi effettuate: “un crollo rispetto alla risalita di fine agosto”, si legge nel comunicato.

"Nonostante la considerevole disponibilità di dosi - afferma Nino Cartabellotta, presidente Gimbe - il numero di nuovi vaccinati settimanali, dopo la timida risalita di fine agosto (831mila), nell'ultima settimana è crollato intorno a quota 487mila. Stante l'attuale e ingiustificata indisponibilità pubblica di dati sulle prenotazioni, non è possibile sapere in che misura questi numeri saliranno nelle prossime settimane per effetto dell'estensione dell'obbligo di Green pass sui luoghi di lavoro".

In particolare, la Provincia di Bolzano è all’ultimo posto nella classifica delle zone più coperte dalla vaccinazione, con il 61,3% di persone con ciclo completato. La Calabria è penultima - 63,7% -  e la Lombardia prima con il 74,2%.

Nel frattempo prosegue l’impegno delle regioni che hanno dato il via alla terza dose nelle persone con immunocompromissione clinicamente rilevante: a partire dal 14 settembre sono state somministrate 12.612 dosi.

Le fasce d’età

Dati di ulteriore interesse, emersi dal Monitoraggio Gimbe, riguardano la copertura vaccinale in relazione all’età. Se le fasce 20-29 e 30-39 anni continuano a salire – anche se più lentamente rispetto agli altri periodi di riferimento – la fascia dei più giovani, 12-19 mostra segni di frenata.

A destare maggiore preoccupazione, tuttavia, sono gli over 50: all’appello ne mancano ancora 3,7 milioni che devono completare il ciclo vaccinale; di questi 2,88 milioni non hanno ricevuto nemmeno una dose.


Dati Covid

In conclusione, dalla relazione emergono dati incoraggianti per quanto riguarda la diffusione del contagio nella nostra penisola. I casi continuano a diminuire – -14,9% in una settimana, così come calano ricoveri e terapie intensive. Stabili i decessi di persone infettate, 394 in una settimana. Il tasso di occupazione di posti letto rimane basso in tutto il Paese.

"Nella settimana 15-21 settembre 2021 solo 4 Regioni registrano un incremento percentuale dei nuovi casi. Scendono a 35 le Province con incidenza pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti, ma in nessuna si superano i 150 casi per 100.000 abitanti", ha aggiunto ancora Cartabellotta.


Preoccupa la scuola

A destare preoccupazione è tuttavia il settore della scuola. Con le lezioni riprese in presenza, il rischio contagi aumenta, soprattutto alla luce del fatto che il 32% dei ragazzi ancora non ha ricevuto nemmeno una dose. Secondo il rapporto in analisi, all'interno dei plessi scolastici le regole sul distanziamento vengono spesso adattate (e derogate) in base ai limiti logistici degli istituti “senza interventi sistematici su aerazione e ventilazione, né sulla gestione dei trasporti”, ha commentato Cartabellotta. In conclusione, la ripresa al 100% comporta un netto rischio per la diffusione del contagio.  


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