16 agosto 2024, ore 16:30 , agg. alle 16:46
Nella casa circondariale del capoluogo piemontese si sono vissute ore di alta tensione: proteste, scontri, materassi bruciati. I sindacati delle forze dell'ordine denunciano condizioni di lavoro al limite. E anche i detenuti protestano per il sovraffollamento
DISORDINI A TORINO
Non è un periodo tranquillo nelle carceri italiane. Tra sovraffollamento, disordini, suicidi tra i detenuti. La politica sta cercando di correre ai ripari con un decreto, ma i problemi sono tanti. Nelle ultime ore ci sono stati scontri nel carcere di Torino. Tutto è partito da una zuffa tra detenuti; sono intervenuti gli agenti della penitenziaria, alcuni reclusi si sono però rifiutati di rientrare nelle loro celle e nel marasma hanno dato fuoco a un materasso. E’ scoppiato il caos, altri detenuti hanno distrutto o danneggiato i neon dell’illuminazione, alcune suppellettili e le telecamere della videosorveglianza. E’ seguito uno scontro con gli agenti. Per fronteggiare questo accenno di rivolta sono stati chiamati i rinforzi. Alla fine sei poliziotti sono rimasti feriti, in modo lieve, altri due sono stati intossicati dal fumo. Visitati al CTO di Torino sono stati giudicati guaribili al massimo in due settimane. Non si ha notizia di eventuali feriti tra i detenuti. Ora la situazione è tornata alla normalità.
IL PROBLEMA CARCERI
I rappresentanti dei sindacati degli agenti di polizia penitenziaria denunciano condizioni di lavoro sempre più difficili. Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp, ha dichiarato: “Quanto accaduto nel carcere di Torino è una follia. Questo è già stato definito l’istituto penitenziario più problematico d’Italia. Vige l’anarchia assoluta, i delinquenti comandano e spadroneggiano. La situazione è definita 'vomitevole' dal personale ed è talmente pericolosa da costringerci a chiedere nuovamente al prefetto di disporre l'impiego immediato di altre forze, come l'esercito, perché siamo giunti al limite. Chiediamo al ministro della giustizia Carlo Nordio di disporre una ispezione immediata, prendendo provvedimenti verso i responsabili di questo disastro”.
POSSIBILI CONTROMISURE
Da un lato ci sono le posizioni di agenti esasperati dalle condizioni di lavoro. Dall’altro però vanno sottolineate le tante problematiche a carico dei detenuti, alle prese soprattutto con il sovraffollamento. Per questo si stanno studiando misure alternative al carcere, tra cui i domiciliari o l'affidamento in prova, per quei detenuti condannati per reati non ostativi, i quali devono scontare pene residue entro un anno. È questa una delle ipotesi - a quanto si apprende da fonti vicine al dossier carceri - prese in considerazione dal ministero della Giustizia. La proposta, emersa già lo scorso 7 agosto in occasione dell'incontro del ministro con il Garante dei detenuti e gli stessi garanti regionali, punterebbe al contrasto del fenomeno del sovraffollamento carcerario, con un abbassamento di migliaia posti nelle carceri italiane.