Due panda in viaggio: Xi Jinping omaggia gli Usa in segno di pace e collaborazione tra i popoli. I plantigradi finiranno dietro le sbarre dello zoo di Washington
15 ottobre 2024, ore 13:30 , agg. alle 14:11
Chissà se i due orsi giganti avrebbero gradito il trasferimento. Il ministro degli esteri cinese non lo specifica, ma usa il condizionale quando spiega le origini del gesto.
Succede di tutto nel mondo: imperversano minacce, moniti e alert; si muovono flotte di attacco e aerei sorvolano a velocità supersonica Taiwan. E la Cina da una parte avverte gli attori regionali di non contribuire a eventuali escalation della tensione nell’area, e dall’altra fa di tutto per alzare la temperatura nello stretto che la separa dalla provincia ribelle. Intanto Kim Jong Un minaccia la Corea del Sud e fa esplodere le strade di raccordo con il confine di Seul. E nel frattempo, il Giappone è in guardia per le azioni militari del vicino Dragone e si prepara ad agire. E gli Stati Uniti seguono attoniti tutti questi movimenti con un occhio e con l’altro guardano ad oriente, verso i conflitti che attanagliano Europa e Medio Oriente (dove non è solo un occhio a presenziare). Mentre tutto questo accade, due panda sono in viaggio verso Washington.
IL DONO
E cosa c’entrano i plantigradi cinesi viaggianti con tutta la geopolitica in ebollizione nel resto del mondo? C’entrano, perché sono un dono per la pace e la collaborazione tra i popoli che il presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping -vestiti i panni di un nuovo Gandhi- invia in segno di amicizia all’acerrimo nemico. L’America: partner per finta e metafora della decadenza occidentale, simbolo della democrazia tanto vituperata dal nuovo “imperatore” delle Cine.
IL VIAGGIO DEL PANDA
“Un contributo all'amicizia tra i popoli dei due Paesi”. Il contributo è rappresentato da Bao Li e Qing Bao. Sono due simpatici panda giganti, che questa mattina si sono imbarcati su un volo charter verso Washington, poi destinati a raggiungere Smithsonian's National Zoo della capitale, ahi loro. Non viaggiano soli, ci tengono a specificare i donatori. Eh già, non sono stati affidati alle cure delle hostess, per quanto addestrate a gestire anche gli animali che talvolta si ritrovano in cabina. Ci saranno degli ‘esperti’ a seguire tutte le fasi del viaggio per cercare di rendere confortevole lo spostamento e per aiutare i due 'orsacchioni' ad adattarsi agli americani. Non è chiaro se gli esperti, poi, faranno altrettanto con gli americani per insegnargli a confrontarsi con gli animali cinesi.
ORSI O CAVALLI
Il ministro degli Esteri cinese Mao Ning ha così commentato il dono del presidente ai nemici/amici: "questo nuovo ciclo di cooperazione internazionale sulla conservazione dei panda giganti tra Cina e Stati Uniti dovrebbe basarsi sulla collaborazione esistente, contribuendo alla tutela della biodiversità globale e al rafforzamento dell'amicizia tra i popoli di entrambi i Paesi". Ma esisterà questa collaborazione? Il condizionale lo mette in dubbio. Intanto allo Smitnsonian si interrogano: sono cavalli di troia o orsi di Pechino? Gli esperti sapranno senz’altro rispondere al quesito.