Gaza allo stremo, Israele riprenderà le forniture di acqua e cibo solo dopo la liberazione degli ostaggi

Gaza allo stremo, Israele riprenderà le forniture di acqua e cibo solo dopo la liberazione degli ostaggi

Gaza allo stremo, Israele riprenderà le forniture di acqua e cibo solo dopo la liberazione degli ostaggi Photo Credit: agenziafotogramma.it


Arrivato a Tel Aviv il segratrio di stato americano Blinken: oggi vedrà Netanyahu, domani incontrerà il presidente palestinese Abu Mazen

DUEMILACINQUECENTO MORTI

Il bilancio dei morti in Israele a causa dell'attacco di Hamas è arrivato a 1.300 con circa 3.300 feriti, di cui 28 in condizioni critiche e 350 in gravi condizioni. Cresce anche il numero delle vittime sull’altro fronte: a Gaza i morti sono almeno 1200, con 5600 feriti. Anche la notte scorsa ci sono stati raid dell’esercito israeliano sulla Striscia, con più di 50 morti. Tel Aviv ha fatto sapere di aver colpito anche i centri operativi di un gruppo di Hamas considerato responsabile degli attacchi di sabato scorso ai kibbutz. Il portavoce dell’esercito ha affermato: “Queste forze sono costituite da terroristi selezionati da alti funzionari di Hamas, designati per effettuare attacchi terroristici come imboscate, incursioni, assalti, infiltrazioni attraverso tunnel terroristici, nonché missili anticarro, razzi e fuoco di cecchini".

GAZA ALLO STREMO, TEL AVIV NON MOLLA

A Gaza la situazione è sempre più drammatica: senza acqua potabile, senza energia elettrica, con scarse scorte di cibo; gli ospedali sono al collasso. Israele ha ribadito che le forniture non riprenderanno fino alla liberazione degli ostaggi: “Non sarà fornita elettricità, nè acqua, nè entreranno camion di benzina a Gaza finchè gli ostaggi israeliani non torneranno a casa": lo ha dichiarato il ministro dell'Energia israeliano, Israel Katz. "Umanitarismo per umanitarismo. E nessuno - ha aggiunto - ci può fare prediche sulla moralità”. Da più parti si sollecita un corridoio umanitario che aiutare chi si trova lì ma non c’entra nulla con Hamas. Che intanto continua la battaglia, con il lancio di razzi che hanno fatto suonare gli allarmi nella zona centrale di Israele e a Tel Aviv.

IL BUCO NELL'INTELLIGENCE

Il portavoce dell’esercito ebraico ha respinto l’accusa di non aver saputo prevedere l’attacco di Hamas e ha affermato che venerdì scorso non c’era stato alcun avviso dall’intelligence, che evidentemente nella circostanza non saputo intercettare il pericolo. Nel frattempo l’esercito ha schierato riservisti nelle località al confine con il Libano. La mossa è avvenuta nell'ambito del generale rafforzamento delle truppe nell'area nord del Paese dopo la situazione di tensione con Hezbollah. "Queste forze - è stato spiegato - stanno conducendo compiti di difesa tra i quali pattugliamento e blocchi stradali in modo da assicurare la sicurezza dei residenti”.


LA MISSIONE DI BLINKEN

Il segretario di stato americano Antony Blinken è arrivato a Tel Aviv, oggi incontrerà il premier Netanhyau, membri del governo e il presidente Isaac Herzog. Domani invece Blinken vedrà il presidente palestinese Abu Mazen. Il segretario generale del comitato esecutivo dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), Hussein Al-Sheikh oggi ha scritto: “Nell'ambito dell'impegno profuso 24 ore su 24 dalla leadership palestinese per fermare questa guerra devastante e nel quadro dello sforzo congiunto tra Giordania e Palestina, Abbas si incontra oggi ad Amman con il re Abdullah. Domani il presidente incontrerà anche il segretario di Stato americano Blinken”.



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