30 agosto 2019, ore 17:45 , agg. alle 19:35
Sul nuovo esecutivo torna il condizionale, con il capo politico del Movimento che evoca di nuovo le urne anticipate
Luigi Di Maio alza la posta per l’esecutivo dopo il colloquio con Giuseppe Conte. ‘'Se entreranno i punti M5s nel programma di governo si parte, altrimenti meglio il voto anticipato, il prima possibile’', ha dichiarato dopo aver consegnato al premier incaricato una lista programmatica di 20 punti. Ma non la modifica dei decreti-Salvini sulla sicurezza, secondo le osservazioni del Quirinale. 'Non rinneghiamo questi 14 mesi di maggioranza', aggiunge Di Maio. E così è di nuovo scontro con tutto il Pd, che respinge l'aut-aut. 'Dica se ha cambiato idea', attacca Andrea Orlando. Per Graziano Delrio si tratta di 'una posizione 'inaccettabile'. Maria Elena Boschi: 'Minacce irricevibili'. Un irrigidimento che arriva mentre secondo molti osservatori non è stata ancora risolta la questione dei vicepremier, un ruolo rivendicato con forza dal M5s per il suo leader. E prima di Di Maio a incontrare Conte era stata la delegazione del Pd, guidata dal segretario Nicola Zingaretti, che aveva incentrato le proprie dichiarazioni sui capisaldi programmatici che a suo avviso dovrà avere il prossimo esecutivo. Zingaretti ha ribadito la necessità del "taglio delle tasse sui salari medio bassi come elemento di giustizia" e "per il rilancio dei consumi" e del lavoro "con un vero e proprio piano di investimenti pubblici e incentivi per investimenti privati, le infrastrutture green e l'industria 4.0", oltre che a una "rivoluzione del concetto di diritto allo studio, con la gratuità dall'asilo all'università per i redditi medio-bassi". Ma quando tutto lasciava pensare a una conclusione in discesa delle trattative per il Conte-bis tra M5s e Pd, sono arrivate le parole del capo politico M5s, Luigi Di Maio, a riportare tutto nell'incertezza.